Facultatea de Istorie - Universitatea Alexandru Ioan Cuza
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MUSICA E CANTO COME FATTORI D’IDENTITÀ<br />
tamente il retroterra giudaico <strong>de</strong>ll’uso <strong>de</strong>i salmi nella liturgia e nella preghiera<br />
cristiana, sia essa comunitaria o domestica. La celebrazione quotidiana<br />
<strong>de</strong>l pasto, quella settimanale <strong>de</strong>llo shabbat e quella annuale connessa<br />
con la festa di Pesach, unite al ricordo <strong>de</strong>gli eventi storici d’Israele, alle<br />
benedizioni pre- e postprandiali, al canto, trovano il loro corrispettivo in<br />
numerose affermazioni di Giovanni che esaltano il ruolo <strong>de</strong>lla famiglia, e in<br />
modo particolare <strong>de</strong>l padre, nell’istruzione <strong>de</strong>i figli. Questa polarità dialettica,<br />
la tensione continua fra rifiuto <strong>de</strong>l giudaismo e accettazione si spiegano<br />
in Giovanni colla profonda assimilazione <strong>de</strong>lla tradizione giudaica attraverso<br />
l’esperienza <strong>de</strong>l monachesimo siriaco da lui vissuta in gioventù. Il confronto<br />
col giudaismo passa non tanto (o non soltanto) sul piano teoretico-dottrinale,<br />
quanto piuttosto su quello <strong>de</strong>lle concrete osservanze, su cui egli non poteva<br />
far altro che mostrarsi intransigente: lo imponeva d’altron<strong>de</strong> la presenza ad<br />
Antiochia di giu<strong>de</strong>ocristiani e giudaizzanti, abituati a giustapporre al culto<br />
cristiano la pratica di riti giudaici e osservanze mosaiche. Tale atteggiamento<br />
rigido non pregiudica tuttavia il recupero di quanto <strong>de</strong>l giudaismo è<br />
compatibile con le fe<strong>de</strong> cristiana, che ne è continuazione e rinnovamento:<br />
vale a dire il ricorso in famiglia alle Scritture, ai salmi, alle preghiere, alla<br />
prassi educativa veterotestamentaria 62 .<br />
L’omileta esalta anche l’importanza <strong>de</strong>l canto interiore e di una vita<br />
conforme ai precetti divini come forma di preghiera ininterrotta. Non basta,<br />
infatti, semplicemente salmodiare per ren<strong>de</strong>re gradita a Dio la lo<strong>de</strong>, ma occorre<br />
anche che da parte <strong>de</strong>l cantore ci siano prosoché e akribeia di vita 63 .<br />
Bisogna ren<strong>de</strong>re grazie a Dio non solo con la voce, ma anche coi fatti; non<br />
solo con la lingua, ma anche con la propria condotta di vita: prima va corretta<br />
questa, così da poter levare in seguito inni a Dio. In tal modo, anche<br />
tacendo sarà possibile inneggiare a Dio 64 .<br />
Giovanni ha parole efficaci per <strong>de</strong>scrivere l’azione unificante svolta<br />
dal canto <strong>de</strong>i salmi nella Chiesa, specialmente in un momento in cui la comunità<br />
antiochena era profondamente divisa da lotte intestine tra la fazione<br />
ariana e le due neonicene 65 :<br />
62 O. Pasquato, Eredità giudaica e famiglia cristiana. La testimonianza di Giovanni<br />
Crisostomo, in Lateranum, 54, 1988, 1, 65-67 e 75-80. Cfr. anche i<strong>de</strong>m, I laici cit., cap. 3<br />
(Laici e famiglia in contesto), 77-81.<br />
63 Exp. in Ps. 146,1 (PG 55, 476).<br />
64 Exp. in Ps. 46,5 (PG 55, 215); Exp. in Ps. 112,1 (PG 55, 300). In quest’ultimo<br />
brano, il Crisostomo cita Ps 49,23, Ps 68,31-32, Eccl 15,9, Mt 5,16, Is 6,5 e Ps 148,1-2.<br />
65 Cfr. W. Kinzig, „Non-separation”: Closeness and Co-operation between Jews<br />
and Christians in the Fourth Century, VChr, 45, 1991, 36. Lo stesso Crisostomo rievoca<br />
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