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Facultatea de Istorie - Universitatea Alexandru Ioan Cuza

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212 Luca VENTRICELLI<br />

breve intervento è la proposta di un ulteriore mo<strong>de</strong>llo greco tenuto presente<br />

da Virgilio, ossia Sofocle, Antigone 1191:<br />

kakîn g¦r oÙk ¥peiroj oâs' ¢koÚsomai 3 .<br />

Si tratta <strong>de</strong>ll’ultimo verso <strong>de</strong>l discorso di Euridice, moglie di Creonte,<br />

discorso pronunziato dalla regina prima di ascoltare la ·Ásij �<strong>de</strong>l messaggero.<br />

La regina, come lei stessa dichiara, ha involontariamente sentito voci<br />

di lutto e sventura e perciò, uscendo dalla reggia, si è affacciata e così si<br />

esprime al Coro e al Messaggero:<br />

'All' Óstij Ãν Ð màqos aâqis e‡pate /kakîn g¦r oÙk ¥peiroj oâs' ¢koÚsomai<br />

„Avanti, qualunque sia la notizia, riferitela; infatti, essendo non inesperta<br />

di sventure, io ascolterò”. Euridice sta per ascoltare <strong>de</strong>l suicidio <strong>de</strong>l figlio<br />

Emone, che si è ucciso dopo la morte <strong>de</strong>lla fidanzata Antigone. Non ci sembra<br />

improprio suggerire un parallelo fra il verso di Sofocle e quello di Virgilio:<br />

kakîν g¦ρ oÙk ¥peiroj oâs' ¢koÚsomai<br />

Non ignara mali miseris succurrere disco<br />

Va da sé che anche il verso sofocleo potrebbe a buon diritto essere<br />

annoverato in un’ipotetica rubrica sul tema <strong>de</strong>lla consapevolezza <strong>de</strong>l dolore:<br />

Euridice termina il suo breve discorso dichiarandosi pronta all’ascolto di eventuali<br />

sventure, avendo già personalmente esperito la sofferenza, probabilmente,<br />

come suggeriscono i vari commentatori, allu<strong>de</strong>ndo alla perdita <strong>de</strong>l figlio<br />

Meneceo suicida volontario durante l’assedio a Tebe capeggiato da Polinice 4 .<br />

Quello che balza immediatamente agli occhi è la forte somiglianza <strong>de</strong>l primo<br />

colon <strong>de</strong>i due versi; il possibile riecheggiamento latino ha operato innanzitutto<br />

sul piano di una ridistribuzione <strong>de</strong>lle parole, realizzando quasi un chiasmo<br />

i<strong>de</strong>almente speculare rispetto al verso greco: se Sofocle allinea il genitivo, la<br />

negazione e l’attributo, Virgilio preferisce porre subito la negazione, seguita<br />

sottese all’espressione eschilea, cfr. soprattutto E. Severino, Il giogo: alle origini <strong>de</strong>lla<br />

ragione. Eschilo, Milano, 1989.<br />

3<br />

Si cita secondo il testo critico: Sophocle, Les Trachiniennes – Antigone, a cura di A.<br />

Dain e P. Mazon, Paris, 1967.<br />

4<br />

Il giovane si suicidò volontariamente per a<strong>de</strong>mpiere all’oracolo che proclamava<br />

che la città di Tebe, assediata dalle truppe guidate da Polinice, si sarebbe salvata solo con il<br />

sacrificio di un giovane <strong>de</strong>lla famiglia reale: cfr. Euripi<strong>de</strong>s, Phoenissae, vv. 905 ss.

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