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Facultatea de Istorie - Universitatea Alexandru Ioan Cuza

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MUSICA E CANTO COME FATTORI D’IDENTITÀ<br />

vicini; altrove si parla invece <strong>de</strong>l canto come <strong>de</strong>lla forma più autentica in cui<br />

si <strong>de</strong>vono esprimere la preghiera e lo studio 4 . Fubini osserva che il divieto <strong>de</strong>lla<br />

musica non riguarda un particolare tipo di musica o di linguaggio musicale, come<br />

avveniva presso i greci, ma che la censura si riferisce unicamente al contesto<br />

in cui la musica s’inseriva 5 . Fondamentale inoltre è la distinzione che egli<br />

opera fra il concetto di sacro in ambito ebraico e in ambito cristiano:<br />

„Per la mentalità ebraica, sacro è tutto ciò che s’inserisce in una cornice di<br />

vita ebraica, dai momenti più umili <strong>de</strong>lla quotidianità ai momenti più solenni<br />

nelle celebrazioni <strong>de</strong>lle festività (…). Il sacro nel mondo cristiano, invece, è<br />

molto più <strong>de</strong>limitato e circoscritto e si concentra, per quanto riguarda la<br />

musica, in certi momenti <strong>de</strong>lla liturgia” 6 .<br />

La pervasività <strong>de</strong>l sacro nel mondo ebraico e l’uso <strong>de</strong>l canto esclusivamente<br />

in contesti di sacralità e nei modi prescritti si traducono in una<br />

sua ammissione in ogni circostanza <strong>de</strong>lla vita che si svolga nell’ambito<br />

d’una quotidianità ebraicamente intesa 7 . Il canto non è un elemento facoltativo,<br />

ma obbligatorio per la fruizione e la comprensione <strong>de</strong>l testo <strong>de</strong>lla<br />

Torah in tutti i suoi aspetti: anche se i segni <strong>de</strong>lla cantillazione (ebr.<br />

te’amim) sono comparsi nel testo biblico solo con l’edizione masoretica <strong>de</strong>l<br />

IX-X secolo, essi furono trasmessi oralmente per secoli, come <strong>de</strong>l resto<br />

avvenne per il materiale poi messo per iscritto nella Mishnah e nel Talmud 8 .<br />

Nella tradizione ebraica il testo biblico non può prescin<strong>de</strong>re da un lettore /<br />

cantore che lo completi 9 .<br />

Nel cristianesimo, influenzato sia dal giudaismo sia dagli apporti<br />

<strong>de</strong>lla filosofia e <strong>de</strong>lla tradizione greca, si è posto molto presto il problema<br />

4<br />

Ibi<strong>de</strong>m, 44. L’A. cita passi di trattati talmudici in cui il canto e la musica sono<br />

consi<strong>de</strong>rati in<strong>de</strong>corosi: Berachot 24a, Ghittin 7a, Sotà 48a. In seguito Maimoni<strong>de</strong> codificò<br />

nel suo Mishneh Torà cinque proibizioni riguardanti la musica profana secondo un ordine<br />

di crescente gravità: La musica cit., 44-5.<br />

5<br />

Ibi<strong>de</strong>m, 45.<br />

6<br />

Ibi<strong>de</strong>m, 46.<br />

7<br />

Ibi<strong>de</strong>m, 46-7.<br />

8<br />

Ibi<strong>de</strong>m, 56-7. Un famoso brano <strong>de</strong>l Talmud afferma: „Chiunque legge la scrittura<br />

senza cantarla… a lui è applicabile la parola <strong>de</strong>lla Scrittura; Io diedi loro le leggi ed essi<br />

non le hanno osservate”. „Chi legge la Torah senza la melodia e la studia senza il canto<br />

mostra disprezzo per i suoi valori e per la sua legge” (Megillah 32a).<br />

9<br />

P. Polieri, I suoni <strong>de</strong>lla Torah. L’ebraismo „letto” attraverso la musica, Cassano<br />

Murge (Bari), 1998, 42-3. Circa il processo che condusse alla fissazione <strong>de</strong>i segni vocalici<br />

nel testo masoretico, cfr. i<strong>de</strong>m, I suoni cit., 29-31.<br />

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