Is Pregadorias antigas: su signo de sa devozioni - Provincia del ...

Prefazione
Prefazione
Il gran numero di preghiere, laudi, novenari e altre composizioni in onore di Gesù
Cristo, della Madonna e dei santi, che si aggiungono ad altre espressioni di carattere
devozionale, e che si trovano ora raccolte sotto il patrocinio dell’amministrazione provinciale,
non deve stupire, appartenendo a un’area così vasta e popolosa come quella
del Medio Campidano, fra l’altro così ben caratterizzata da una vocazione agro-pastorale
(in passato anche mineraria), tale da comportare una grande ricchezza di tradizioni
popolari, alle quali un contributo non indifferente è sempre venuto dalla genuina
religiosità delle nostre popolazioni. Essendo poi questa un prodotto immediato dell’animo
delle nostre genti, chiaramente sono sardo e pertanto presentano anche un interesse
per la conoscenza della nostra lingua, ovviamente nella sua variante campidanese.
Una presenza rilevante è data dai novenari, che comportavano la recita di preghiere
nell’arco di nove giorni in determinate ricorrenze (la più nota è forse la novena di
Natale) o in onore della Vergine o dei santi. Si sogliono far derivare dalla novena dello
Spirito santo quando la Madonna e gli apostoli si riunirono in preghiera per nove giorni
nell’intervallo dall’Ascensione alla Pentecoste 1 . Se ogni santo importante ha la propria
novena, come S. Gennaro a Napoli e S. Rosalia a Palermo, in Sardegna il fenomeno
caratterizza soprattutto le feste che si tengono nelle chiese campestri, quando le popolazioni
vi si recano, spesso pernottando nei dintorni, nelle cosiddette cumbessias o
muristenis, tipici stanziamenti provvisori della nostra terra. Diffuse anche le novene
per le anime purganti, come quella di Samassi, risalente all’Ottocento, e di Villacidro,
che ben rappresentano il sentito sentimento di continuità dei sardi coi loro antenati.
Ancor più massicciamente figurano i goccius o cogius (in logudorese gozos), di
derivazione catalana (goigs), che venivano cantati in occasione delle feste dei santi,
solitamente accompagnati dal suono delle launeddas, in seguito anche da quello della
chitarra, e che spesso venivano al momento distribuiti o venduti in fogli sciolti.
Erano diffusissimi in quanto in pratica ogni santo aveva il proprio, ed anche in più
versioni, sono indice non solo della sua notorietà, ma ancora dello stratificarsi dei
culti nell’isola col succedersi delle diverse dominazioni che nel tempo vi si sono
succedute. Per cui, a parte l’eccezione di santi fin da subito universalmente venerati
in tutta la cristianità, come S. Pietro 2 , S. Giuseppe 3 , S. Sebastiano 4 , S.Lucia 5 o S.Anna 6 ,
vediamo via via succedersi, in molti casi affiancandosi, santi del menologio greco ad
1 Atti degli apostoli 1, 14, in La Sacra Bibbia, Edizione ufficiale della CEI, Ed. paoline, Cinisello
Balsamo, 1987, p. 1085.
2 Troviamo preghiere o canti in suo onore a S.Gavino, Sardara, Villanovaforru.
3 Il santo compare a Furtei, Sardara e Villacidro.
4 Il santo compare a Furtei, Segariu, Lasplassas e Lunamatrona.
5 Il suo culto era un tempo molto diffuso. Essa è rappresentata a Barumini, S.Gavino, Furtei,Siddi,
Gonnosfanadiga, Villanovaforru.
6 Sa mamma manna, in passato molto invocata specialmente dalle partorienti (Furtei, Samassi,
Serramanna, S.Gavino).
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