Il Museo capitolino - Warburg Institute

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Armatam vidit Venerem Lacedemone Pallas t
Nane certemus , ait^ judice vel Paride.
Cui Venus : Annataw, tu me temeraria temniSy
Quce quo te vici tempore nuda fui ?
Più curiosa è uua medaglia di Giulio Cesare (i)
ove ella, oltre 1' esser armata, tieue in una mano
il caduceo , forse per alludere , che siccome le
guerre di \ enere finiscono con la pace (2); A-
mantium irce amoris reintegra tio , così la Guerra
Civile di Cesare dovea terminare in pace e quiete
del popolo romano, che da Venere traeva la sua
origine. Anche gli Spartani (3) la rappresenlavano
armata , e tale era pure un simulacro di lei presso
i Citeri , che era il più antico di tutta la Grecia ,
come testifica Pausania con queste parole : '•ìL'AXìjmv
èoTiP dp^aiótarov. ìivriq de i^ ^eòq tóavov ònkiafxè-
tov. Parimente si ha ciò da Lattanzio (4)» che,
parlando di essi, dice ; Mdem Veneri armatce simulacrumgue
posuere j e ne assegna la ragione
dedotta da un'istoria narrata da Strabone e da Giu-
stino (5)^ e questa Venere cosi abbigliata era detta
da' Romani Cluacina. Del resto Celio Rodigino (6),
a proposito di questa Venere ornata alla militare,
scrisse ; Alioqui in libro De Romanorum Fortuna
(i) Beg., Tes. Brand., toni. 2 ^ p. 6o5.
(2) Terenz., Andr. , 3, 5.
(5) Pausan. , lib. 5 , cap. 23 , p. 269.
(4) Lattanz. , lib. i , De Fals. Relig. j cap. 20.
(5) Giustin. , lib. 3 j cap. 4-
\Qi) Gel. Rodig. , lib, 18, cap. 12.