Il Museo capitolino - Warburg Institute

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che avevano gli aMli loro sempre di lino (i),
schifando per rej^ola della loro vana relii^ione le
pelli e la lana. Periamo si mira tulio vestilo da
capo a pie il sacerdote delineato nella tav. LXXXVIII.
Questo suo ahito consiste primieramente in una
tunica stretta alla vita, che lo ricuopre dal collo
sino a' talloni de' piedi. Simili tuniche talora erano
senza frange , come è questa , e talora con esse ,
e quesl' ultime si chiamavano calasari , dicendo Pol-
luce (2) : KaÀda-api^ yviòv dvffcraVQXòc, 'AiyTrrio^ ,
J'tfTZ ^è xai ó (póffov ^Kiyv'JtnoQ ex 'jtàyj.oc, Xiv^:
Calasaris tunica fimbriata Aegjptiaca est , et
phoson Aegjptiaca e lino denso. Che cosa poi
fosse questo lino denso , lo insegna dopo lo stesso
autore (3). E dell' essere queste tuniche così lun-
ghe e strette fa menzione Apuleio (4) in tal guisa:
jintistites sacrorum , proceres UH , ^ui candido
linteamine cinctum pectorale advsqve vestigia
STRICTIM INIECTI , CtC.
L' essere il sacerdote della tavola LXXXVII an-
tecedente tutto nudo , può per avventura accen-
nare il grand' uso che essi facevano del bagnarsi ^
leggendosi in Erodoto, che erano accostumati di
lavarsi due volle per notte , e due fra giorno nel-
l'acqua fresca.
]Non solo questo sacerdote , ma molte figure egi-
(i) Plut. j D'Iside e Osiride, p. 552.
(2) Poli., lib. "j , cap. 16^ segni. 71.
(5) Lo stesso , ivi, cap. e- , segm. -jj e '•Q.
(4) Apul» , Met.^ lib. xi^ pag. 5^2.