Il Museo capitolino - Warburg Institute

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GLADIATORI.
Tavole LXVII, LXVIII e LXIX.
A NTico assai è il crudele spettacolo de' gladiatori
presso i Romani. Valerio Massimo (i) ne pone il
principio sotto il consolato di Appio Claudio e di
M, Fulvio per onorare la memoria di Bruto. Ate-
neo (2) ne ascrive l'invenzione a' Mantinei al ri-
ferire d' Ermippo nel libro De' legislatori. Di essi
ha parlato largamente il Lissio , il Mercuriale , il
Ferrari , il Frehero , il Calliaco , e tanti autori che
delle Antichità Romane hanno scritto , che è super-
fluo , essendo noti a tutti, e per le mani di lutti,
r aggiungerci parole. Uno di questi gladiatori è
rappresentalo nelle due tavole LXVII e LXVIII,
ed è la famosissima statua del gladiatore ferito a
morte , che era negli Orti Lodovisi , acquistato dalla
munificenza di Clemente Xll a gran prezzo. Si
dice che sia restaurato , e che il braccio destro
su cui si appoggia , gli sia stato rifatto dal divino
Michelangelo Buonarroti ; ed essendo' quel braccic)
moderno e aggiunto all'antica statua, come si di-
scerne abbastanza , certo è che nessun altro arte-
fice il può aver fatto che Michelangiolo ; cotanto
eccellentemente è stato condotto a perfezione. Pli-
nio (3) racconta che Cresila ne scolpì uno simile ;
(i) Val. Mass. , lib. 1 , cap. 4 ; "• 7*
(1) Ateo. ^ lib. 4> cap« i3, p. i54-
io) Pliu. ^ lib. 54; cap. 8.
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