Il Museo capitolino - Warburg Institute

I I I
e nella positura della Venere Medicea. Quando le
statue riuscivano d' una somma eccellenza , e , per
conseguenza , acquistavano una somma fama ed
universale , non istimavano di perder niente di ri-
putazione anco i più bravi artefici in ricopiarle.
Così è seguito dell' Ercole Farnosiano di Glicone,
allato a cui n' è una copia poco varia. JNIa una
più puntuale, e bella quanto l' originale , è nel cor-
tile del Granduca in Firenze, di cui scrive Flam-
miuio Vacca (i) nella lettera a Simonetto Anastasi :
Si scoprì un Ercole compagno di quello del
cortile Farnese , né vi mancava se non una
mano. Nella base vi erano le seguenti lettere:
opvs LYSippr. // Duca Cosimo di Toscana la
comprò per scudi ottocento dal detto Fionconl
( nella cui vigna presso al Palazzo Maggiore fu
trovata ) , facendola trasferire a Firenze , dove
al presente si trova. L' Aldrovandi (2) porta la
ragione, per cui crede che Venere fosse effigiata
nuda , dicendo : La dipirisero ignuda perchè ap-
parissero le sue gran bellezze ; o pure perchè
oli amanti , che lei ed il figliuolo seguono , mo-
strano tutti ignudi i loro pensieri , e fanno
molto all' aperta le loro cose , non credendo
vero che altri le vegga. Ma Arnobio (5) asse-
gna un' altra significazione di questa nudità con
(i) Flamm. Vacca, Lett. , n. 77.
(i) Aldrov. , Statue di Roma, a carte 120.
(5) Arnob ^ lib. 6, p. 253^ ediz. d' Anovia ; iGu5, in
Dilavo.