Il Museo capitolino - Warburg Institute

' riportando
I
ma si lasciavano crescere le basette. Era poi costume
fra i Galli, come dice lo stesso Diodoro, di .'af-
frontare i pericoli nudi o cinti solo intorno alle
coscie , tanto quelli dispregiavano la morte. La col-
lana , proslegue il slg. Nibby , corrisponde al tor-
quis dei Latmi perchè torta , e qui cita il passo
di Livio , ove narra la vittoria di Tito Manlio so-
pra il Gallo , per cui mi fu detto Torquato dal
torquis die portava intorno al collo. E Diodoro
conferma ciò dicendo che i Galli portavano intorno
a) collo grossi cerchi tutti d' oro , i quali cioè non
saranno stati d' oro massiccio , ma di fili d' oro at-
tortigliati insieme , come è quello della statua. Aiv
che dagli ornati , dalla grandezza e dalla forma dello
scudo sul quale posa la statua trae argomento il
professore Nibby di conchiudere che sia un Gallo,
per prova diversi passi di Livio e
Diodoro 3 nei quali parlasi di siffatti scudi. Il
corno pure e la tromba usavansi dai Galli giusta
' l' asserzione di Diodoro. Finalmente il sig. Nibby
j
è d' opinione che questa statua abbia servito di
ornato a qualche frontispizio di tempio , nel quale
fosse stata rappresentata la disfatta che i Galli ri-
portar(jno sul Parnasso , ec. , ec. Chi bramasse più
dettagliati argomenti legga la citata Dissertazione
del professore Nibby nel fascicolo Yll, aprile 1821,
delle Effemeridi letterarie di Roma.
Notisi che il braccio destro di questa statua ed una
parie del plinto sono ristaurazioni del XVI secolo.
Il torso della tavola LXIX , restaurato per uà
gladiatore caduto, rappresenta invece , secondo