Il Museo capitolino - Warburg Institute

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la fronte , che molto contribuiscono a far ricono-
scere i ritratti di Anlinoo, rimangbino coperti dalla
cuffia. L' artista però , come ben riflette il medc~
sirao Winckelmaun , si studiò di fare la sua statua
simile a quelle della più amica maniera egizia
nella disposizione , negli alti , nelle mosse e negli
attributi, senza imitarne il difettoso, ed osservando
cosi saviamente la sola apparenza dei lavori egizi.
In questa statua infatti si ravvisa chiaramente
il sapere degli scultori greci ( Vedi Monum. aut.
ined. , Tratt. prelim. , pag. XXII, ed anche Storia
dell' Arte , voi. I , pag. 1 1 5 e seg. ).
L'opinione di Winckelmann venne pur seguila
dal Yisconli , il quale illustrando questa statua
siccome una di quelle che vennero trasportate a
Parigi sul finire del passato secolo , così si esprime :
« Winckelmann riconobbe Anlinoo in questa sta-
rt tua, che fu ritrovata nella Villa Adriana, presso
« Tivoli , nel i'y38. Gli autentici ritratti del fa-
te vorito d' Adriano hanno reso indubitata l' opinione
« di quell' antiquario. E prima di lui in questa
« figura credevasi rappresentata una Divinità tu-
« telare sempre pronta ad allontanare la cattiva
« fortuna e gli spiriti malefici , cioè un Dio Aver-
« runco. In prova di questa vaga denominazione
« veniva indicato il pezzo di bastone che vedesi
« nella mano sinistra y la sola che sia antica : ma
« questo pezzo medesimo di bastone non serve che ad
« indicare il flagello , ordinario attributo delle egi-
« zie Divinità • siccome nelle mani delle statue
« greche vuol singuificare lo scettro o V asta.