Il Museo capitolino - Warburg Institute

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Tavola XXIX.
J* ECERO sempre gli iiomini, e con ragione, tanta
stima della sanità , senza la quale tutti gli altri co-
modi della vita non si apprezzano e non giovano,
che di essa piuttosto per interesse , che per mo-^
tivo di religione , ne fecero una divinità sotto il
nome d' Igia , fìngendola altri figliuola (i), altri
moglie (2) d' Esculapio , ed esprimendola con una
patera in una mano e nell'altra con un serpente,
come in questa tavola si osserva. Il culto di questa
Dea fu molto promosso da Pirro (5) ; e Antioco
J Sotere, combattendo contro i Calati, assegnò per
t tessera militare all' esercito queste parole vyiaiveiv^
ì cioè star sano , e ciò per avvertimento datogli in
jj sogno dagli Dei. Pittiigora si servì nelle sue lette-
I re di questa sorte di salutazione , e i suoi disce-
I poli , quel simbolo che avevano per riconoscersi
fra loro, chiamavano vyeia^: Sappiamo di più da
Dione (4), ove parla di Adirano, che i Romani
salutandosi scambievolmente , la mattina si servi-
vano della parola y^aips ^ e la sera vriaiVE.
Celio Rodigino (5),
i cui scritti sono nn teso-
ro di recondite notizie , dopo aver riposta Igia
(i) Igin.^ Fav. i56.
(11) Plin., Stor. Natur. ^ lib. 55,
l.j) Gel. Rodig. , lib. -j ^ cap. 24.
{4) Dion. j Vita d' Adrian.
(5) Gel. Rodig. ^ lib, 32^ cap. 2.