Il Museo capitolino - Warburg Institute

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quce florihus prcesit ,
ut fruges cum arborihus ,
eamcjiie oportere placarla
aut vìtibus bene prò-
spereque florescerent. La sicurezza e la precisione
con la quale Lattanzio ci racconta questa storia ,
farebbero molto per istarsene alla sua autorità , se
molte osservazioni o non ne distrui.^gessero affatto
il valore , o almeno non lo diminuissero molto. Sup-
pone, in primo luogo, Lattanzio nel suo racconto,
che la deificazione e il culto di Flora , e special-
uienle i Giuochi Florali , fossero stabiliti tutti in un
tempo j ma noi sappiamo da Plinio (i) che Flora
è una divinità , che fin da' pili remoti tempi fu
venerata qui in Roma : Jìudis fuis priscoriim vita,
atque sine litteris ; non niiniis tamen ingeniosam
in illisfiiisse obser\^ationem apparebit, quam
nane esse rationem. Tria namqiie tempora fru-
ctihus metuebant ,
propter qiiod institueriint fe-
rias diesqiie fcstos Rubigalia ^ Floralia, Vi-
nalia. E Varrone (3) , che nel principio della sua
opera Sulle Cose Rustiche 1' invoca , e la pone nel
uumero delle Deità che i Romani evocarono dal
paese de' Sabini, dice poi nel libro(5) della Lingua
Latina , che Eumdein Pompiliwn Numam , ait,
Ennius , fscisse Jlamines , qui quum omnes sint
a singulis Diis cognominati ^ in quibusdam ap-
parent etjma , ut cur sit MartiaLis , Quirinalis.
Sunt in quibus JLaminum cognominibus latent
(0 Plln. , Stor. Nat.;, lib. 18^ cap. 29.
(2) \ai'r. , De E.e Rustie.^ lib. j , cap. i.
^5j Lo stesso^ De L. L. ; lib. ;, § 5 ^ p. 75.
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