Il Museo capitolino - Warburg Institute

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8 A T I R O.
Tavola XXXA^
J^LCiANO , derisore di quegli Dei , de' quali riempi-
rono il cielo le stolte iuveuzioni de' poeti , in quel
Dialogo che egli intitolò: Concilio degli Dei ^ àe-
scrive la forma , il volto e l' aspetlo di Pane , di
Sileno e de' Satiri. In primo luogo li nomina a-
gresti , caprai , uomini dediti allo scomposto ballo
e degni di essere ammirati pel loro mostruosissimo
aspetto. Di poi, scendendo a parlare piìi precisa-
mente di Pane , dice che egli è armato di cor-
na , e dalla metà del corpo in giù è simile ad una
eapra , che nutre ima lunghissima barba, e che è
poco diverso dal capro. Descrive poi i Satiri ar-
mali di acute orecchia , e quali sogliono averle i
capretti nati di fresco, e che sono tutti con la
coda. E chiaro, dalla lesiimonianza di Straboue (i)?
che erano reputati demoni , dicendo questo auto-
re : Tay ò's Atovvav óyraòVi ò'aìiiopec Zàmpoi :
Son
,
'
poi seguaci di Bacco i demoni Satiri j e in un
altro luogo : Hai toiÓvtov ^poct^tóÀop oì -KEpì ròv
Aivvvcrov eìffìv oì ffàrvpoi : Tra* ministri di Baccq
si amioverano i Satiri. Per questo il medesimo
Luciano nel medesimo dialogo introduce MomO
che limpiovera a Bacco 1' avere mescolato con gli
altri Dei tutta la sua comitiva. Per questo anche
quel Saliretlo , delia fattura di cui essersi molto
, ^
(i) Strab. ^ Geo grò f. , lib. io , p. 4^'^- !
!
'