Il Museo capitolino - Warburg Institute

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no (i): Verum quod fatendum non cjuidtin in
Graecia, sed in barbaris gentibus , sicut in
Jlegjpto jam fuerat ante Mojsen nonnulla do-
ctrina , quae illorum sapientia diceretur. Laon-
de non è da stupire , se Apuleio (2) appellò
gli Egiziani prisca doctrina pollentes , e se Ma-
crobio (3) chiama la loro regione maler artium.
Quindi è che la grande antichità e la lun-
ghezza del tempo ha di maniera alterata e con-
fusa la mitologia egizia , che è difficile strigarla ,
e ritrovarne i principi ' ^' oi'gìiic , il significato ,
i riti , i nomi e le forme de* loro Dei e delle
loro cose sagre j e per conseguenza di qui nasce
Ja diversità così comune tra gli scrittori nel ri-
trovare i numi degli Egizj tra gli Dei della Grecia.
Pei ciò questi erano rappresentati con molti sim-
boli , alcuni de* quali appartenevano a una Deità
e alcuni ad altre , come bene avvertì il Pigno-
ria (4) • se non piuttosto gli Egizj , riconoscendo
im solo Iddio , veneravano sotto il nome di varie
Deità i suoi benefici attribuiti, che poi a poco a
poco spartirono in tanti Dei, come fecero poi
anche i Greci e i Romani secondo Macrobio (5).
Laonde la figura per esempio d' Apollo o di Bacco
presso i Greci , e quelle d' Iside o di Osiride presso
(1) S. Agost. , De C. D. ^ lib. i8^ cap. 57.
(2) Apul. ^ Met., lib. XI, pag. 5G5, ad usuni Delpli.
(5) Macrob, , lib. i , cap. i5; S. Agost. , De G. D.
lib. 4 7 cap. IO.
(4) Pìgnoi". ^ Mens. Isiac, in priric, p. 5.
(5) Macrob.^ Slunial. ^ lib. i; cap. 17.
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