Il Museo capitolino - Warburg Institute

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totis corporibiis expositi nunquam frustra manum
mittunt. E poco appresso ancora lo conferma
dicendo ; Plagis aguntur in vulnera , et mutuos
ictus nudis, et ob^'iis pectoribus eoccipiunt. Vero
è che Ottavio Ferrari (i) crede che ciò non
accadesse se non a quelli che per sentenza del
giudice erano a questo condannati : Quare cre-
diderim id genus hominum fuisse , qui judicis
sententia damnati ad bestias etferrum,. E forse
s' indusse a così credere , perchè Scribonio Lar-
go, antichissimo medico, dice che si percuotevano
hensì e si facevano delle contusioni , ma non si
ammazzavano. 11 che pare che anche si ritragga
da quelle parole di S. Cipriano (2); Ictibus in-^
felice facies locatur^ ut infelicior venter sagi-
netur. Ma da Ateneo (3) , da Orazio (4) e da
Galeno (5) , che era loro medico , si ha , che i
gladiatori si ferivano a morte , e da Seneca (6)
medesimo , e da Aulo Gellio (7) , che il termine
di questi combattimenti era o l'ammazzare, o
r essere ammazzato. Anzi di più si lasciavano anche
ammazzare intrepidamente per dar gusto agli spet-
tatori , quando questi mostravano questo empio
e crudel desiderio di vederli finiti , dicendo
(i) Olt. Ferrar.^ Diss. De Gladiat.; § Non modo.
(•2) S. Ciprian ^ ad Donat.
(5) Aten., lib. 4? c^p. i5.
(4) Orazio ^ Sat. -j , lib. 1 , y. 52.
(5) Galeri., Della coraposiz. de' medie, xoi-
(G) Senec.,, epist. 7.
f7) A Geli. , lib. 7 , cap. 5.