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108<br />

NICOLA GABRIELE<br />

Ferrara non critica le premesse della politica cavouriana, bensì gli<br />

scopi ed i <strong>di</strong>segni me<strong>di</strong>ante i quali essa si va a def<strong>in</strong>ire. È fermamente<br />

conv<strong>in</strong>to, <strong>in</strong>fatti, della necessità e dell’opportunità <strong>di</strong> realizzare<br />

nell’isola una succursale della Banca Nazionale <strong>in</strong> quanto riteneva<br />

che una delle funzioni <strong>di</strong> tale estensione potesse essere il ritiro <strong>in</strong><br />

Sardegna della grande quantità <strong>di</strong> antica moneta cartacea ( 40 ). Le sue<br />

perplessità espresse su L’Economista sono <strong>in</strong>vece relative alla mancanza<br />

<strong>di</strong> libera concorrenza; la nascita <strong>di</strong> un istituto <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to nell’isola<br />

non avrebbe dovuto avvalersi della copertura governativa. Ferrara<br />

nota così che la funzione che la Banca verrebbe ad avere nell’isola<br />

non sarebbe quella, <strong>in</strong><strong>di</strong>spensabile, <strong>di</strong> agevolare i prestiti, ma<br />

<strong>di</strong> attirare i capitali nelle sua casse, soprattutto i piccoli capitali, i<br />

quali una volta <strong>in</strong>grossati, si sarebbero potuti riversare nell’<strong>in</strong>dustria.<br />

Il Ferrara <strong>in</strong>tendeva dunque mostrare la necessità <strong>di</strong> istituti <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to<br />

al <strong>di</strong> fuori dell’<strong>in</strong>treccio tra Banco e Governo.<br />

Le posizioni <strong>di</strong> Ferrara sono criticate da due fogli cont<strong>in</strong>entali: Il<br />

Piemonte e L’Op<strong>in</strong>ione.<br />

L’Op<strong>in</strong>ione ritiene che dal monopolio tanto criticato da Ferrara<br />

non si possa che trarre «tutto il bene, tutti i vantaggi, tutti i benefici<br />

che il paese può attendersi» ( 41 ). L’Op<strong>in</strong>ione arriva ad auspicare una<br />

Banca unica nel paese, che abbia «la funzione <strong>di</strong> regolare la circolazione<br />

e la trasmissione del cre<strong>di</strong>to per cui le casse <strong>di</strong> sconto e i banchieri<br />

privati <strong>di</strong>pendono da essa, largheggiano quando essa largheggia,<br />

restr<strong>in</strong>gono quando essa restr<strong>in</strong>ge» ( 42 ). La posizione de L’Opi-<br />

( 40 ) Secondo l’accordo che viene sancito la banca potrà emettere biglietti da 20<br />

lire per la circolazione <strong>in</strong>terna all’isola e biglietti da 50 lire nel cont<strong>in</strong>ente, dotando<br />

i primi <strong>di</strong> corso legale. La banca si sarebbe dovuta occupare del ritiro della vecchia<br />

moneta cartacea che aveva un ammontare <strong>di</strong> 450 mila lire. Ma essa avrebbe<br />

fornito allo Stato un prestito <strong>di</strong> 450.000 lire e avrebbe percepito dallo Stato, per il<br />

suo servizio, 189.000 lire, 32.000 all’anno per 20 anni. Secondo Ferrara il tempo<br />

per il ritiro della moneta cartacea <strong>in</strong> Sardegna (20 anni) era troppo esteso e propone<br />

non solo <strong>di</strong> realizzare l’operazione <strong>in</strong> soli 14 anni ma anche con un onere <strong>in</strong>feriore<br />

per lo Stato; cfr. G. PISU, Francesco Ferrara, Giuseppe Todde e la Sardegna attraverso<br />

il giornale «L’Economista» …, cit., pp. 324-325.<br />

( 41 ) L’Op<strong>in</strong>ione, a. IX, n. 251, 1856. Il foglio, sorto nel 1848 sotto la <strong>di</strong>rezione<br />

<strong>di</strong> Giacomo Durando annoverava tra i suoi più illustri collaboratori Aurelio Bianchi<br />

Giov<strong>in</strong>i, che seppe assumere nella sua carriera e all’<strong>in</strong>terno delle numerose testate<br />

per le quali collaborò, posizioni fortemente polemiche nei confronti del Ferrara.<br />

Nel 1856 la <strong>di</strong>rezione de L’Op<strong>in</strong>ione era stata assunta da G. D<strong>in</strong>a, allievo del<br />

Bianchi Giov<strong>in</strong>i, che aveva impresso al giornale un <strong>in</strong>equivocabile ruolo <strong>di</strong> fiancheggiatore<br />

dei progetti <strong>di</strong> Cavour.<br />

( 42 ) L’Op<strong>in</strong>ione, a. IX, n. 308, 1856.

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