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La questione femm<strong>in</strong>ile nella cultura ebraica contemporanea<br />

Il femm<strong>in</strong>ismo ebraico, per la sua specificità religiosa sviluppa anche<br />

un suo particolare modo <strong>di</strong> operare contro la <strong>di</strong>scrim<strong>in</strong>azione <strong>di</strong><br />

genere. Solitamente le strategie poste <strong>in</strong> campo sono <strong>di</strong> due tipi. La<br />

prima strategia porta alcune femm<strong>in</strong>iste a sostenere che il problema<br />

è <strong>di</strong> tipo teologico, per cui mirano ad avanzare le loro riven<strong>di</strong>cazioni<br />

rimanendo nell’ambito della propria cultura e religione e <strong>di</strong>mostrando<br />

qu<strong>in</strong><strong>di</strong> come nel Corano o nel Talmud si trovi una giustificazione<br />

delle loro ‘pretese’ e come il gap tra femm<strong>in</strong>ismo ed ebraismo<br />

possa essere riassorbito. Tra queste la Plaskow, che ha <strong>in</strong>fatti tentato<br />

l’impresa <strong>di</strong> una ricostruzione dell’ebraismo <strong>in</strong> chiave femm<strong>in</strong>ista.<br />

L’assunto <strong>di</strong> base è che le donne non possono limitarsi ad accedere a<br />

tutti i ruoli che f<strong>in</strong>ora sono stati maschili; ovvero, non devono cercare<br />

semplicemente <strong>di</strong> <strong>in</strong>serirsi <strong>in</strong> una tra<strong>di</strong>zione che rimarrebbe comunque<br />

maschilista, ma devono dar forma ad un nuovo ebraismo<br />

nel plasmare il quale le donne e gli uom<strong>in</strong>i ricoprano lo stesso potere<br />

(Ivi, p. xvi). Per far questo le femm<strong>in</strong>iste puntano <strong>in</strong> primo luogo<br />

sulla re<strong>in</strong>terpretazione dei concetti fondamentali dell’ebraismo la cui<br />

formulazione esclusivamente maschile ha posto f<strong>in</strong>ora la donna da<br />

una parte, come “Altro” silente rispetto alla norma rappresentata<br />

dall’uomo; il punto d’arrivo vuole essere forgiare un nuovo ebraismo<br />

che <strong>in</strong>cluda le esperienze e la voce delle donne. I term<strong>in</strong>i pr<strong>in</strong>cipali<br />

del <strong>di</strong>scorso ebraico che occorre riformulare sono Torah, Dio e Israele.<br />

Per quanto riguarda la prima, la Plaskow <strong>in</strong><strong>di</strong>ca nella storiografia<br />

femm<strong>in</strong>ista lo strumento per recuperare la presenza delle donne che<br />

nella storia passata è stata volutamente celata dalle fonti “normative”<br />

dell’ebraismo rabb<strong>in</strong>ico. Per quanto riguarda Dio, l’ambito <strong>in</strong> cui<br />

occorre operare è il l<strong>in</strong>guaggio da cui f<strong>in</strong>ora questi è stato <strong>in</strong>trappolato<br />

<strong>in</strong> un’immag<strong>in</strong>e antropomorfica “al maschile” che non gli ha<br />

permesso <strong>di</strong> assimilare anche connotati tipicamente femm<strong>in</strong>ili i quali,<br />

piuttosto che celebrare un Dio dom<strong>in</strong>atore <strong>di</strong> IsraeIe, evocherebbero<br />

un Dio amico e compagno teso a <strong>in</strong>vestire il popolo prescelto<br />

<strong>di</strong> mutua responsabilità nel forgiare il mondo. Inf<strong>in</strong>e, la teologa esam<strong>in</strong>a<br />

il concetto <strong>di</strong> Israele (<strong>in</strong>teso come comunità) <strong>in</strong> una maniera<br />

che secondo me è molto <strong>in</strong>teressante poiché nella def<strong>in</strong>izione data <strong>di</strong><br />

questo concetto sembra essere presente un connubio tra valori comunitaristi<br />

e <strong>di</strong>ritti liberali. Da una parte, <strong>in</strong>fatti, vi è l’enfasi tipicamente<br />

comunitarista sull’importanza delle relazioni sociali per la costruzione<br />

dell’io <strong>in</strong><strong>di</strong>viduale, ma dall’altra vi è la consapevolezza che<br />

la comunità ebraica è stata f<strong>in</strong>ora un luogo <strong>di</strong> oppressione <strong>di</strong> genere<br />

e che laddove la struttura comunitaria non r<strong>in</strong>nega la perifericità<br />

della spiritualità femm<strong>in</strong>ile elevando a statuto l’uguale <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> par-<br />

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