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180<br />

GIANLUCA PITTALIS<br />

ne filosofica. Quest’ultima, considerando l’agente morale come “io”<br />

o come “soggetto”, <strong>in</strong>tende l’etica come un “prodotto” della razionalità<br />

umana. Dal punto <strong>di</strong> vista <strong>in</strong> cui si pone Leopold, al contrario,<br />

questa concezione va a cozzare contro un <strong>in</strong>sieme <strong>di</strong> contrad<strong>di</strong>zioni<br />

che la m<strong>in</strong>ano f<strong>in</strong> dalle fondamenta. Questo fatto, a nostro avviso,<br />

è ciò che ha fatto sorgere le valutazioni negative che abbiamo<br />

brevemente accennato sopra. Per questo motivo, prima <strong>di</strong> analizzare<br />

l’etica della terra <strong>in</strong> se stessa, ci pare opportuno mostrare quelle contrad<strong>di</strong>zioni<br />

che ci permetteranno, al tempo stesso, <strong>di</strong> comprendere il<br />

com<strong>in</strong>ciamento della filosofia morale del nostro autore.<br />

1. La concezione dell’etica secondo la tra<strong>di</strong>zione occidentale. – La tra<strong>di</strong>zione<br />

occidentale ha sempre considerato l’etica come un prodotto<br />

della ragione. In quanto tale, l’etica è def<strong>in</strong>ita come scienza della condotta.<br />

Essa dovrebbe <strong>in</strong><strong>di</strong>viduare ciò che deve essere <strong>in</strong>teso come il<br />

bene al f<strong>in</strong>e <strong>di</strong> <strong>in</strong><strong>di</strong>rizzare la condotta umana al suo perseguimento.<br />

All’<strong>in</strong>terno <strong>di</strong> questa tra<strong>di</strong>zione, però, è possibile <strong>in</strong><strong>di</strong>viduare due<br />

orientamenti filosofici che, considerando l’etica nei term<strong>in</strong>i sopra<br />

esposti, raggiungono risultati <strong>di</strong>vergenti poiché attribuiscono al term<strong>in</strong>e<br />

“bene” un significato <strong>di</strong>verso.<br />

Il primo orientamento ( 11 ) <strong>in</strong>tende il bene come una realtà perfetta<br />

o una perfezione reale deducibile dalla natura razionale dell’uomo.<br />

Poiché è deducibile da questa natura, il bene è <strong>in</strong> qualche modo <strong>in</strong>scritto<br />

nella razionalità umana. Ciò significa che la ragione umana,<br />

poiché partecipa <strong>in</strong> questo modo del bene, è <strong>in</strong> grado <strong>di</strong> coglierlo<br />

così come esso è, ossia come una realtà perfetta. La funzione della<br />

ragione, allora, oltre a determ<strong>in</strong>are questa realtà perfetta, è quella <strong>di</strong><br />

orientare la condotta umana alla determ<strong>in</strong>azione <strong>di</strong> tutti quei mezzi<br />

atti a realizzare il bene ( 12 ). È evidente, però, che una volta realizzato,<br />

( 11 ) In questo primo orientamento possono esser fatte rientrare le dottr<strong>in</strong>e etiche<br />

che Platone espone nella Repubblica e nel Filebo; la dottr<strong>in</strong>a <strong>di</strong> Aristotele esposta<br />

nell’Etica Nicomachea; l’etica degli Stoici; il misticismo neoplatonico; <strong>in</strong> generale, le<br />

dottr<strong>in</strong>e etiche elaborate <strong>in</strong> epoca me<strong>di</strong>evale; i Neoplatonici <strong>di</strong> Cambridge; la dottr<strong>in</strong>a<br />

<strong>di</strong> Fitche e <strong>di</strong> Hegel; l’etica <strong>di</strong> Rosm<strong>in</strong>i; le dottr<strong>in</strong>e <strong>di</strong> Green e <strong>di</strong> Croce; una forma<br />

più complessa e moderna dell’etica del f<strong>in</strong>e la si può riscontrare nella dottr<strong>in</strong>a <strong>di</strong><br />

Bergson etc. Per quanto <strong>di</strong>verse siano tra loro le dottr<strong>in</strong>e degli autori sopracitati, la<br />

loro impostazione formale è identica: esse determ<strong>in</strong>ano, <strong>in</strong>nanzi tutto, la natura necessaria<br />

dell’uomo, e deducono da questa il f<strong>in</strong>e cui dev’essere <strong>in</strong><strong>di</strong>rizzata la condotta.<br />

( 12 ) Con il term<strong>in</strong>e bene <strong>in</strong>ten<strong>di</strong>amo <strong>in</strong> questo luogo la def<strong>in</strong>izione che <strong>di</strong> questo<br />

term<strong>in</strong>e ci fornisce Aristotele <strong>in</strong> Et. Nic., I, 2, 1094a 18, ossia come ciò che è<br />

desiderato <strong>di</strong> per se stesso e non <strong>in</strong> vista <strong>di</strong> un bene ulteriore.

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