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420<br />

GIANNETTA MURRU CORRIGA<br />

“stile etnico” impresso nei comportamenti, nelle attività lavorative e<br />

negli strumenti <strong>di</strong> cui la comunità o il gruppo si serve; e significa anche<br />

<strong>in</strong><strong>di</strong>viduare e ricostruire scelte produttive e tecniche adottate nei<br />

rapporti con la natura, nei saperi atti a controllarla, che hanno contribuito<br />

a creare una bio<strong>di</strong>versità locale, selezionando i cereali, riproducendo<br />

certe varietà <strong>di</strong> grano o <strong>di</strong> orzo piuttosto che altre.<br />

Tra i pani quoti<strong>di</strong>ani, i pani biscottati <strong>di</strong> grano e <strong>di</strong> orzo, a sfoglie<br />

sottili e croccanti, <strong>di</strong> forma circolare o rettangolare, ancora qualche<br />

decennio fa erano esclusivi delle regioni <strong>in</strong>terne della Sardegna, a<br />

prevalente economia pastorale. La forma rettangolare, la più arcaica,<br />

segnalava <strong>in</strong> modo particolare la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> colui al quale <strong>in</strong>nanzitutto<br />

quel pane era dest<strong>in</strong>ato: il pastore errante, che doveva adattare<br />

alla forma e <strong>di</strong>mensioni della bisaccia la forma e <strong>di</strong>mensioni del<br />

pane quoti<strong>di</strong>ano.<br />

Ti facan che ass’orzu<br />

Non augurare mai a nessuno la sorte dell’orzo, non <strong>di</strong>co <strong>di</strong> quella che gli<br />

tocca come biada alle bestie, ma <strong>di</strong> quell’altra che consiste <strong>in</strong> tanti maltrattamenti,<br />

uno <strong>di</strong>etro l’altro, e <strong>di</strong> altrettante torture, perché <strong>di</strong>venti pane<br />

(Cambosu, 1989: 131).<br />

Così suona nel racconto <strong>di</strong> uno scrittore sardo il detto popolare<br />

barbaric<strong>in</strong>o: ti facan che ass’orzu / mancu a su peius nemigu lu nês. A<br />

( 4 ) Si tratta verosimilmente <strong>di</strong> uno <strong>di</strong> quei grani che f<strong>in</strong>o a qualche decennio fa<br />

gli stu<strong>di</strong>osi <strong>di</strong> agronomia def<strong>in</strong>ivano “turgi<strong>di</strong>”. Scriveva <strong>in</strong> proposito il Cresc<strong>in</strong>i:<br />

“Diffusione limitata, oggi più che nel passato, hanno i grani turgi<strong>di</strong> (Tr. Turgidum)<br />

detti, sul nostro mercato, anche semi-duri. La loro area <strong>di</strong> coltivazione si<br />

confonde, a volte, con quella dei grani duri” (1951: 33). Suggerisco a tal proposito<br />

alcuni rapi<strong>di</strong> <strong>in</strong>terrogativi:<br />

• poiché le tassonomie agronomiche oggi non contemplano una varietà <strong>di</strong> grano<br />

“semi-duro”, come deve essere <strong>in</strong>terpretata l’<strong>in</strong>formazione del Cossu?<br />

• corrisponde, il grano mazza bianca al/ai grani sar<strong>di</strong> considerati teneri: trigu tenuru<br />

(prodotto nel cagliaritano), trigu biancu, trigu biancale, trigu Cossu, trigu<br />

montanu (prodotti nel nuorese)? Grani tutti caratterizzati da scarsa resa <strong>in</strong> semola<br />

e maggior resa <strong>in</strong> far<strong>in</strong>a;<br />

• corrispondono l’uno (mazza bianca) e gli altri al grano “bianconato”, nel cagliaritano<br />

detto brenti bianca, che si produce normalmente <strong>in</strong> suoli <strong>di</strong>lavati e<br />

perciò carenti <strong>di</strong> azoto? Fenomeno soprattutto frequente nei terreni <strong>di</strong> montagna,<br />

dove i suoli, generalmente poco profon<strong>di</strong>, sono più soggetti all’azione <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>lavamento delle acque;<br />

• il grano “bianconato” come il grano tenero è caratterizzato da maggior resa <strong>in</strong><br />

far<strong>in</strong>a; c’è forse un nesso tra questo fatto e la consuetud<strong>in</strong>e <strong>di</strong>ffusa nel centro<br />

Sardegna <strong>di</strong> confezionare un pane a “spianata”, bianco e morbido, il cosiddetto<br />

pane modde o pane lentu?

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