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La Sicilia babba <strong>di</strong> Gesualdo Bufal<strong>in</strong>o<br />

L’<strong>in</strong>negabile valore documentario delle foto sarebbe rimasto freddo<br />

dato oggettivo, privo d’anima, senza l’elegante ed accurata <strong>in</strong>troduzione<br />

bufal<strong>in</strong>iana che rivelò l’autore al mondo delle lettere. Bufal<strong>in</strong>o,<br />

<strong>in</strong>fatti, è riuscito a regalare quel «[…] romanzo non scritto, dove<br />

lievitano le sterm<strong>in</strong>ate virtualità della vita e della memoria» ( 41 ) alle<br />

situazioni e ai personaggi ritratti, calandoli <strong>in</strong> un ambiente storicosociale<br />

ben def<strong>in</strong>ito e che allarga i suoi orizzonti varcando i conf<strong>in</strong>i<br />

delle ville rurali da cui lo scrittore prende l’abbrivo.<br />

Ma il vero “monumento” alla memoria del suo paese d’<strong>in</strong>fanzia è<br />

Museo d’ombre, prezioso libricc<strong>in</strong>o che <strong>in</strong> una serie <strong>di</strong> immag<strong>in</strong>i altamente<br />

liriche ma cont<strong>in</strong>uamente sorvegliate dall’ironia, censisce il<br />

catalogo <strong>di</strong> vecchi mestieri, piccoli angoli e posti mutati dal tempo,<br />

motti <strong>di</strong>alettali sprizzanti una loro filosofia <strong>di</strong> vita, m<strong>in</strong>uti avvenimenti<br />

<strong>di</strong> paese e semplici personaggi rivitalizzati con tutta la loro carica<br />

umana. Omaggio alla scomparsa “civiltà della bottega” ai cui valori<br />

lo scrittore si è educato e a cui è rimasto irrime<strong>di</strong>abilmente affezionato,<br />

il libro costituisce anche una debole protesta contro l’eccessiva<br />

velocità della storia,<br />

411<br />

[…] contro il plurimo scempio della natura, dei manufatti, dei l<strong>in</strong>guaggi e<br />

costumi, che si consuma senza tregua sotto i nostri occhi, e imbarbarisce e<br />

rov<strong>in</strong>a ogni istituto assai prima che riesca a <strong>di</strong>ventare abitud<strong>in</strong>e. […]<br />

Il tempo, si sa, mac<strong>in</strong>a piano ma f<strong>in</strong>o. Perché mai tanta fretta <strong>di</strong> anticiparne<br />

le <strong>in</strong>esorabili cernite? Perché non cercare <strong>di</strong> frodare un po’ la forza degli<br />

anni? ( 42 ).<br />

Il tentativo <strong>di</strong> frode si attua qui tramite la parola, che fissa per<br />

sempre, riportandolo <strong>in</strong> vita, il mondo personale e privato dell’autore<br />

che si lega e si <strong>in</strong>treccia strettamente con quello <strong>di</strong> tutta una civiltà<br />

ormai tramontata, irta <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà ma degna <strong>di</strong> rimpianto per<br />

Bufal<strong>in</strong>o <strong>in</strong> virtù <strong>di</strong> quella “sott<strong>in</strong>tesa alleanza fra l’uomo e le cose”<br />

che vigeva correntemente.<br />

Lampionai, riparatori <strong>di</strong> piatti e ombrelli, ven<strong>di</strong>tori <strong>di</strong> lup<strong>in</strong>i; il<br />

mitico castello <strong>di</strong> Canicarao, la cripta <strong>di</strong> cappucc<strong>in</strong>i imbalsamati,<br />

piccoli quartieri e angoli segreti; espressioni vernacole nutrite spesso<br />

( 41 ) Così l’autore stesso nel risvolto <strong>di</strong> copert<strong>in</strong>a de Il tempo <strong>in</strong> posa. Immag<strong>in</strong>i<br />

<strong>di</strong> una Sicilia perduta, Sellerio “Diorama”, Palermo 1992. Si tratta della nuova<br />

e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Comiso ieri, arricchita da un nuovo saggio e da ulteriore materiale fotografico<br />

d’epoca; il tutto <strong>in</strong>trodotto da un Antefatto che ricostruisce, avvolgendolo<br />

<strong>in</strong> un’aria da leggenda, l’episo<strong>di</strong>o del ritrovamento delle lastre avvenuto qu<strong>in</strong><strong>di</strong>ci<br />

anni prima.<br />

( 42 ) G. BUFALINO, Giustificazione, <strong>in</strong> Museo d’ombre, cit., p. 20.

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