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Nichilismo e universo tecnologico <strong>in</strong> Gianni Vattimo<br />

cazione e dal moltiplicarsi delle agenzie <strong>in</strong>terpretative, molto più che<br />

<strong>in</strong> passato, <strong>in</strong> cui esisteva un unico centro che forniva una visione<br />

unitaria del mondo, abbiamo bisogno del modello dell’oltreuomo<br />

per «sopravivere come persone» ( 27 ).<br />

243<br />

«Ciò <strong>di</strong> cui Nietzsche parla nelle pag<strong>in</strong>e del Crepuscolo degli idoli [sul mondo<br />

vero che è <strong>di</strong>ventato favola] e nell’appunto dell’estate 1887 [sul fatto che non<br />

abbiamo più bisogno <strong>di</strong> Dio] va dunque letto alla luce <strong>di</strong> un processo storico<br />

vasto che ci co<strong>in</strong>volge, che non ha solo o prima <strong>di</strong> tutto tratti teorici, e che<br />

“esige” l’oltreuomo. Chi non riesce a <strong>di</strong>ventare “<strong>in</strong>terprete” autonomo <strong>in</strong><br />

questo senso, perisce. Non vive più come una persona, ma solo come un numero,<br />

un’unità statistica del sistema <strong>di</strong> produzione-consumo» ( 28 ).<br />

È <strong>in</strong>fatti all’<strong>in</strong>terno <strong>di</strong> una società <strong>in</strong> cont<strong>in</strong>ua evoluzione, il cui<br />

vorticoso <strong>di</strong>venire potrebbe <strong>in</strong> qualche modo schiacciarci, rendendoci<br />

meri oggetti, che ha senso porsi il problema della scelta, ovvero <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>venire elementi attivi <strong>di</strong> un movimento i cui meccanismi f<strong>in</strong>irebbero<br />

necessariamente per sfuggire al nostro controllo ( 29 ).<br />

può soltanto attendere – era stata “risolta” da Vattimo attraverso il recupero della<br />

“filosofia del matt<strong>in</strong>o” <strong>di</strong> Nietzsche, per la quale non ci sono fatti ma solo <strong>in</strong>terpretazioni,<br />

ovvero operando una Verw<strong>in</strong>dung, una contam<strong>in</strong>azione della filosofia<br />

<strong>di</strong> Heidegger e della filosofia <strong>di</strong> Nietzsche che pre<strong>di</strong>lige gli aspetti nichilistici ed<br />

ermeneutici del loro pensiero.<br />

( 27 ) L’oltreuomo, dunque, non sembra essere un ideale umano da realizzare <strong>in</strong><br />

un futuro f<strong>in</strong>almente riconciliante ma piuttosto un modello concretamente realizzabile<br />

nella società tardo<strong>in</strong>dustriale <strong>in</strong> cui oggi ci troviamo. A questo proposito,<br />

<strong>in</strong>fatti, nel pensiero <strong>di</strong> Vattimo, c’è, dopo gli anni ’80, un progressivo decl<strong>in</strong>o delle<br />

tematiche francofortesi e marxiste che egli, <strong>in</strong>vece, aveva presenti al tempo de Il<br />

soggetto e la maschera e Le avventure della <strong>di</strong>fferenza, <strong>in</strong> cui «l’oltreuomo <strong>di</strong> Nietzsche<br />

veniva concepito come la realizzazione <strong>in</strong><strong>di</strong>viduale <strong>di</strong> uno spirito “assoluto”<br />

pensato alla f<strong>in</strong>e, ancora hegelianamente, come quello <strong>in</strong> cui si realizza la perfetta<br />

co<strong>in</strong>cidenza <strong>di</strong> essenza e <strong>di</strong> esistenza, <strong>di</strong> evento e significato». G. VATTIMO, Dialogo<br />

con Nietzsche, cit., p. 231.<br />

( 28 ) G. VATTIMO, Dialogo con Nietzsche, cit., p. 190.<br />

( 29 ) In questo modo Vattimo non fa che operare una traspropriazione delle critiche<br />

che Nietzsche rivolge alle catene create del «senso storico» sul piano delle<br />

aspetti <strong>di</strong>sumanizzanti del mondo tardo<strong>in</strong>dustriale. Scrive <strong>in</strong>fatti Nietzsche a proposito<br />

dell’atteggiamento da assumere nei confronti della tra<strong>di</strong>zione: «chi sa sentire<br />

la storia degli uom<strong>in</strong>i nella sua totalità come la sua propria storia, prova generalizzandolo<br />

enormemente, tutto l’angoscioso struggimento dell’<strong>in</strong>fermo che pensa<br />

alla salute, del vegliardo che rammemora i sogni giovanili, dell’amante che è strappato<br />

all’amata […]. Prendere tutto questo sulla propria anima, il più antico come<br />

il più nuovo, le per<strong>di</strong>te, le speranze, le conquiste, le vittorie dell’umanità, possedere<br />

tutto ciò <strong>in</strong> una sola anima e tutto <strong>in</strong>sieme str<strong>in</strong>gerlo <strong>in</strong> un unico sentimento –<br />

questo dovrebbe avere come risultato una felicità, che f<strong>in</strong>ora l’uomo no ha mai co-

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