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Nichilismo e universo tecnologico <strong>in</strong> Gianni Vattimo<br />

ca: nel mondo della rete <strong>in</strong>formatica l’uomo può sentirsi f<strong>in</strong>almente<br />

appellato e riconoscere nella pro-vocazione ermeneutica dei mezzi <strong>di</strong><br />

comunicazione una domanda <strong>di</strong> unità e <strong>di</strong> senso a cui soltanto lui<br />

può dare una risposta. Scrive <strong>in</strong>fatti Heidegger ne La questione della<br />

tecnica a proposito del fare del Ge-stell: «l’uomo si conforma <strong>in</strong><br />

modo così decisivo alla provocazione che non la percepisce come un<br />

appello, non si accorge <strong>di</strong> essere lui stesso l’appellato e qu<strong>in</strong><strong>di</strong> si lascia<br />

sfuggire tutti i mo<strong>di</strong> secondo i quali egli esiste nell’ambito <strong>di</strong> un<br />

appellare, per cui non può mai <strong>in</strong>contrare soltanto se stesso» ( 23 ).<br />

Se dunque Heidegger poteva parlare solo <strong>di</strong> una provocazione<br />

manipolante e provocante che riduce l’uomo a semplice e <strong>in</strong>consapevole<br />

mezzo all’<strong>in</strong>terno della catena teleologica, Vattimo può parlare<br />

anche <strong>di</strong> una provocazione ra<strong>di</strong>calmente <strong>di</strong>versa, una provocazione<br />

ermeneutica appunto, che rende l’uomo protagonista attivo all’<strong>in</strong>terno<br />

della rete delle <strong>in</strong>formazioni ( 24 ). Nella catena teleologica<br />

<strong>in</strong>formatica <strong>in</strong>fatti rispetto alla catena teleologica meccanica, la curva<br />

che va dal soggetto all’oggetto – per utilizzare una term<strong>in</strong>ologia<br />

simmeliana – una volta compreso <strong>in</strong> sé il risultato torna nuovamente<br />

al soggetto, senza <strong>di</strong>ssolverlo all’<strong>in</strong>terno della spirale mezzo-f<strong>in</strong>e ma<br />

anzi creando la possibilità <strong>di</strong> istituire un circolo virtuoso tra uomo e<br />

tecnica.<br />

Come ogni verità nasce da e ritorna all’ethos così anche la tecnica<br />

– specialmente la tecnica tardo<strong>in</strong>dustriale – ha ben precise ra<strong>di</strong>ci ermeneutiche.<br />

Abbandonata la tentazione <strong>di</strong> considerare la tecnica<br />

come una realtà a se stante ci si potrà avvic<strong>in</strong>are ad essa come ad un<br />

fenomeno complesso, come ad una impresa umana <strong>in</strong> cui i fattori da<br />

prendere <strong>in</strong> considerazione sono molteplici e <strong>di</strong>versi, primo fra tutti<br />

l’accordo tra le parti sociali: il successo o l’<strong>in</strong>successo <strong>di</strong> una tecnica<br />

è dato dal suo grado <strong>di</strong> persuasione sociale. Secondo Vattimo <strong>in</strong>fatti<br />

le tecnologie non sono scelte né <strong>in</strong> base alla loro razionalità né esclu-<br />

( 23 ) M. HEIDEGGER, La questione della tecnica, trad. it., cit., p. 21.<br />

( 24 ) Dal punto <strong>di</strong> vista etico, sostiene Vattimo, tutto questo comporta una maggiore<br />

propensione al <strong>di</strong>alogo rispetto all’omologazione forzata: un comportamento,<br />

<strong>in</strong>fatti, è morale se può essere esteso pubblicamente attraverso <strong>di</strong>scussioni e argomentazioni<br />

persuasive. La virtù dunque, come voleva Aristotele, è situata all’<strong>in</strong>terno<br />

<strong>di</strong> un ethos, e il virtuoso, <strong>di</strong> conseguenza, è colui che è giu<strong>di</strong>cato tale dalla comunità.<br />

La concretezza <strong>di</strong>viene <strong>in</strong> questo modo «l’unica fondazione possibile per un’etica»: è<br />

<strong>in</strong>fatti nella concretezza che quoti<strong>di</strong>anamente “misuriamo” la nostra libertà e la nostra<br />

capacità <strong>di</strong> deliberare bene. Cfr., G. VATTIMO, In<strong>di</strong>viduo e istituzioni: una proposta<br />

ermeneutica, <strong>in</strong> La <strong>di</strong>mensione etica nelle società contemporanee, E<strong>di</strong>zioni della fondazione<br />

Giovanni Agnelli, Tor<strong>in</strong>o 1990, pp. 81-112; G. VATTIMO, Etica della comunicazione<br />

o etica dell’<strong>in</strong>terpretazione?, <strong>in</strong> «aut-aut», 225, 1988, pp. 1-10.<br />

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