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240<br />

MARTA CHESSA<br />

ve<strong>di</strong>bile, rischioso ma soprattutto libero dell’esistere umano siano <strong>di</strong>ssolte<br />

dall’organizzazione razionale della società, la quale ha bisogno <strong>di</strong> preve<strong>di</strong>bilità,<br />

coord<strong>in</strong>azione, <strong>in</strong> una parola <strong>di</strong> dom<strong>in</strong>io <strong>in</strong>contrastato del centro» ( 18 ).<br />

Quando <strong>in</strong>vece il modello centralista e centralizzato del motore<br />

viene sostituito dal modello senza centro ma libero e sempre <strong>in</strong> fieri<br />

della rete allora, dalla prospettiva <strong>di</strong> Vattimo, è non solo legittimo<br />

ma anche doveroso che la filosofia cambi atteggiamento nei confronti<br />

della tecnica ( 19 ). Per Heidegger il fatto che la tecnica moderna<br />

si riduca ad una provocazione che utilizza la natura come «fondo»<br />

(Bestand) e che impiega l’uomo come materiale «che lo sappia o no»<br />

ha la sua re<strong>di</strong>ce proprio nella riduzione del mondo ad immag<strong>in</strong>e<br />

operata dal soggetto, ovvero nella riduzione della totalità dell’ente a<br />

«semplice presenza, come qualcosa <strong>di</strong> contrapposto», come qualcosa<br />

<strong>di</strong> rappresentato ( 20 ). Scrive a questo proposito Heidegger:<br />

«Immag<strong>in</strong>e del mondo, <strong>in</strong> senso essenziale, si significa non una raffigurazione<br />

del mondo, ma il mondo concepito come immag<strong>in</strong>e. L’ente nel suo<br />

<strong>in</strong>sieme è perciò visto <strong>in</strong> modo tale che <strong>di</strong>viene tale solo <strong>in</strong> quanto è posto<br />

dall’uomo che rappresenta e produce (her-stellen). Il sorgere <strong>di</strong> qualcosa<br />

come l’immag<strong>in</strong>e del mondo fa tutt’uno con una decisione essenziale <strong>in</strong>torno<br />

all’ente nel suo <strong>in</strong>sieme. L’essere dell’ente è cercato e r<strong>in</strong>tracciato<br />

nell’essere-rappresentato dell’ente» ( 21 ).<br />

Oggi <strong>in</strong>vece, sostiene Vattimo, «quello che <strong>di</strong> fatto è accaduto<br />

[…], nonostante ogni sforzo dei monopoli delle gran<strong>di</strong> centrali capitalistiche,<br />

è stato piuttosto che ra<strong>di</strong>o, televisione, giornali sono <strong>di</strong>ventati<br />

elementi <strong>di</strong> una generale esplosione e moltiplicazione <strong>di</strong> Weltanschauungen,<br />

<strong>di</strong> visioni del mondo» ( 22 ).<br />

Nel Ge-stell <strong>in</strong>formatico si vanno consumando gli aspetti deiettivi<br />

e <strong>di</strong>sumanizzanti della tecnica a favore <strong>di</strong> un recupero della libertà<br />

umana così come Heidegger l’aveva <strong>in</strong>tesa ne La questione della tecni-<br />

( 18 ) G. VATTIMO, È una rete senza …, «Telema», 8, 1997, cit.<br />

( 19 ) Secondo Heidegger dunque l’essenza, «il <strong>di</strong>svelamento che vige nella tecnica<br />

moderna è una pro-vocazione (Herausforden) la quale pretende dalla natura che<br />

essa fornisca energia che possa come tale essere estratta (herausgefördet) e accumulata»<br />

(p. 11). M. HEIDEGGER, La questione della tecnica (pp. 5-27), <strong>in</strong> Saggi e <strong>di</strong>scorsi,<br />

trad. it., Mursia, Milano 1976, cit.<br />

( 20 ) Cfr., M. HEIDEGGER, La questione della tecnica, trad. it., cit., pp. 12-13, e<br />

M. HEIDEGGER, L’epoca dell’immag<strong>in</strong>e del mondo, trad. it., cit., pp. 92-93.<br />

( 21 ) M. HEIDEGGER, L’epoca dell’immag<strong>in</strong>e del mondo, trad. it., cit., pp. 87-88.<br />

( 22 ) G. VATTIMO, La società trasparente, cit., p. 12.

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