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Nichilismo e universo tecnologico <strong>in</strong> Gianni Vattimo<br />

vano queste cose. Ergo, l’<strong>in</strong>debolimento dell’imperatività del soggetto<br />

che prima mi è parso solo un modo <strong>di</strong> leggere la <strong>di</strong>fferenza ontologica,<br />

e poi mi è parso soltanto un modo <strong>di</strong> preferire questa lettura<br />

perché penso <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i cristiani, è <strong>di</strong>ventato uno schema, una <strong>in</strong>terpretazione<br />

verosimile della storia dell’essere; ovvero la storia dell’essere<br />

si <strong>di</strong>rige verso una riduzione progressiva dell’imponenza, dell’oggettività,<br />

della def<strong>in</strong>ività etc. … Arriveremo ad un punto <strong>in</strong> cui<br />

dell’essere non ne sarà più nulla? Questo sarebbe un modo <strong>di</strong> pensare<br />

il nichilismo ancora <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i metafisici: prima c’era tutto l’essere<br />

poi ad un certo punto c’è tutto il nulla, come se fosse un dato <strong>di</strong><br />

fatto davanti a noi. Perciò noi dobbiamo pensare al nichilismo solo<br />

come ad un processo as<strong>in</strong>totico, un <strong>di</strong>venire che marcia verso uno<br />

scopo, un f<strong>in</strong>e che però non si realizza mai perché questo significherebbe<br />

contrad<strong>di</strong>rsi.<br />

Io poi a tutto questo aggiungo una visione della storia del pensiero<br />

europeo dopo la metafisica come un processo che va dalla veritas<br />

alla caritas; cioè la <strong>di</strong>ssoluzione del concetto <strong>di</strong> realtà procede verso<br />

una visione sempre più convenzionalistica e l<strong>in</strong>guistica della verità:<br />

le scienze provano le loro proposizioni all’<strong>in</strong>terno <strong>di</strong> para<strong>di</strong>gmi con<strong>di</strong>visi,<br />

ovvero devono <strong>in</strong>contrare degli <strong>in</strong>terlocutori <strong>di</strong>sponibili per<br />

<strong>di</strong>mostrare qualche cosa. Non guardando le cose come sono f<strong>in</strong>almente<br />

si trova la verità ma mettendosi d’accordo con altri su certi<br />

meto<strong>di</strong>, su certi mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> verificare cioè <strong>di</strong> rendere vere delle cose. Io<br />

ho pers<strong>in</strong>o <strong>in</strong>sistito nel <strong>di</strong>scorso che ho fatto a Heidelberg per i cento<br />

anni <strong>di</strong> Gadamer sul fatto che la frase <strong>di</strong> Essere e tempo <strong>in</strong> cui Heidegger<br />

<strong>di</strong>ce che “c’è essere e non ente nella misura <strong>in</strong> cui c’è l’esserci”<br />

debba essere letta come una specie <strong>di</strong> imperativo storico-etico:<br />

ovvero non soltanto Heidegger <strong>di</strong>ce “c’è essere non ente nella misura<br />

<strong>in</strong> cui c’è verità e c’è verità nella misura <strong>in</strong> cui c’è l’esserci” ma per<br />

così <strong>di</strong>re noi dobbiamo leggere quella frase nel senso che ci deve essere<br />

l’essere e non l’ente: è questa <strong>in</strong>fatti la funzione dell’esserci<br />

quando pronuncia la verità. Il fatto che le cose vengano all’essere<br />

nell’apertura aperta nel mondo dall’esserci è l’essenza dell’emancipazione;<br />

è come quando qualcosa <strong>di</strong>venta vero, per esempio nella<br />

scienza, quando viene formulato matematicamente. Ma quando viene<br />

formulato matematicamente davvero è solo descritto più fedelmente<br />

nel come è oppure è trasceso e posto <strong>in</strong> un altro dom<strong>in</strong>io che<br />

è quello della verità e non quello della realtà imme<strong>di</strong>ata? Questo è<br />

quello che io penso, che è <strong>in</strong> un certo senso il modo <strong>in</strong> cui Scheller<br />

<strong>in</strong>terpretava la fenomenologia <strong>di</strong> Husserl, per il quale per salire alla<br />

visione delle essenze, per vedere le cose come sono bisogna fare un<br />

esercizio ascetico <strong>di</strong> astrazione dalle pressioni dettate dal bisogno <strong>di</strong><br />

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