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394<br />

MONICA CASSARINO<br />

primo fortunato romanzo, Diceria dell’untore, che gli valse il Premio<br />

Campiello 1981. Nella sua poliedrica produzione letteraria, che conta<br />

opere <strong>di</strong> narrativa, saggistica, poesia, traduzioni specie dal francese, si<br />

possono riscontrare <strong>in</strong>fatti tematiche, sentimenti, atmosfere, valori sociali,<br />

peculiarità tali da farlo entrare <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto nella schiera degli autori<br />

conterranei connotati da quella specificità del sentire def<strong>in</strong>ita da Leonardo<br />

Sciascia, <strong>in</strong> un saggio ormai celebre, “sicilitud<strong>in</strong>e”. Tutti i suoi<br />

scritti sono permeati da un forte senso <strong>di</strong> appartenenza alla realtà isolana<br />

e soprattutto a quel “triangol<strong>in</strong>o <strong>di</strong> Sicilia”, la prov<strong>in</strong>cia <strong>di</strong> Ragusa,<br />

e ancor più a Comiso, il paese natale <strong>in</strong> cui lo scrittore è vissuto<br />

f<strong>in</strong>o alla f<strong>in</strong>e dei suoi giorni. Non si pensi però a prodotti letterari che<br />

sanno <strong>di</strong> stantio, frutto <strong>di</strong> un ripiegamento nostalgico e <strong>di</strong> gusto prov<strong>in</strong>ciale.<br />

«Al contrario […]. Conformemente alla migliore tra<strong>di</strong>zione<br />

degli scrittori siciliani, <strong>in</strong> Bufal<strong>in</strong>o convivono un’<strong>in</strong>equivocabile identità<br />

isolana […] e un forte respiro cosmopolitico, un bisogno assai ra<strong>di</strong>cato<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>alogare, appropriandosene, con le l<strong>in</strong>ee pr<strong>in</strong>cipali della cultura<br />

europea» ( 2 ). Uomo che ha de<strong>di</strong>cato pressoché tutta l’esistenza<br />

alle lettere, al piacere per il sapere, che ha letto tous le livres nel chiuso<br />

del suo stu<strong>di</strong>o-biblioteca, Bufal<strong>in</strong>o <strong>di</strong>mostra la sua “sicilianità” anche<br />

per quest’esigenza, che lo accomuna ai più gran<strong>di</strong> scrittori dell’isola, <strong>di</strong><br />

allargare i propri orizzonti culturali e <strong>di</strong> confrontarsi con altre civiltà<br />

letterarie, senza r<strong>in</strong>chiudersi <strong>in</strong> una compiaciuta contemplazione del<br />

proprio mondo isolano o <strong>in</strong> una sterile lamentazione dei propri mali.<br />

Una cultura a trecentosessanta gra<strong>di</strong>, la sua, che non si limita all’universo<br />

letterario, antico e moderno, italiano e straniero, ma spazia anche<br />

<strong>in</strong> quello musicale, c<strong>in</strong>ematografico, delle arti figurative, e che costituisce<br />

l’ossatura <strong>di</strong> ogni sua pag<strong>in</strong>a.<br />

Può essere <strong>in</strong>teressante un approccio all’opera bufal<strong>in</strong>iana tale da<br />

porre nella dovuta evidenza l’amore viscerale dell’autore per la sua<br />

terra d’orig<strong>in</strong>e, espresso soprattutto, ma non solo, negli scritti che<br />

corrono sul filo della memoria, per la quale Bufal<strong>in</strong>o nutre un vero e<br />

proprio culto proustiano. Si tratta <strong>in</strong> particolare <strong>di</strong> quei testi riguardanti<br />

la Sicilia e i siciliani racchiusi nel neologismo bufal<strong>in</strong>iano “sicilianerie”,<br />

dato che – ci avverte Maria Corti – «Bufal<strong>in</strong>o è un autore<br />

che ha penetrato molto la sua terra, ed è forse tra gli scrittori del<br />

Novecento quello che l’ha penetrata <strong>di</strong> più» ( 3 ). Rientrano così <strong>in</strong><br />

( 2 ) N. ZAGO, Bufal<strong>in</strong>o, fedeltà e letteratura, <strong>in</strong> G. BUFALINO, Essere o Riessere.<br />

Conversazione con Gesualdo Bufal<strong>in</strong>o, a cura <strong>di</strong> P. Gaglianone e L. Tas, Omicron,<br />

Roma 1996, pp. 58-59.<br />

( 3 ) G. QUATRIGLIO, Dicerie e menzogne <strong>di</strong> Bufal<strong>in</strong>o, “Giornale <strong>di</strong> Sicilia”, 13<br />

novembre 1992.

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