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DANIELA MURGIA<br />

presc<strong>in</strong><strong>di</strong>bili <strong>in</strong>gre<strong>di</strong>enti del suo avanzamento ‘vers le concret’ ( 8 ) ci<br />

sembrano offrire chiarimenti, oltre che ai problemi gnoseologico e<br />

logico, anche a quello antropologico.<br />

2. «Critique de la vie» e «science de la pratique»: l’esigenza <strong>di</strong> un nuovo<br />

canone logico. – Il progetto filosofico <strong>di</strong> una science du concret, al<br />

quale si lega il nome <strong>di</strong> Blondel, appare già r<strong>in</strong>venibile ne L’Action<br />

del 1893. All’<strong>in</strong>terno del capolavoro blondeliano, <strong>in</strong>fatti – che non a<br />

caso reca come sottotitolo critique de la vie e science de la pratique ( 9 ) –<br />

il filosofo pone le basi <strong>di</strong> quella curvatura verso il concreto che caratterizza<br />

gran parte della sua speculazione successiva e che, soprattutto<br />

<strong>in</strong> un primo momento, si sviluppa attorno al concetto <strong>di</strong> action. Il<br />

passaggio verso una più def<strong>in</strong>ita science du concret sembra muovere<br />

proprio da tali prime <strong>in</strong><strong>di</strong>cazioni che, per questa ragione, devono essere<br />

assunte quali i referenti più <strong>di</strong>retti delle esplicitazioni rese dal filosofo<br />

d’Aix <strong>in</strong> L’It<strong>in</strong>éraire philosophique.<br />

Il reciproco r<strong>in</strong>viare la «critica della vita» alla «scienza della pratica»,<br />

secondo <strong>in</strong><strong>di</strong>cazioni non estranee al pensiero <strong>di</strong> Ollé-Laprune ( 10 ),<br />

( 8 ) L’espressione ‘vers le concret’ si riferisce all’opera <strong>di</strong> Jean Wahl del 1932, nella<br />

quale con specifico riferimento alle riflessioni <strong>di</strong> James, Whitehead e Marcel, viene<br />

<strong>in</strong><strong>di</strong>cata quella che all’autore appare come la tendenza più significativa della filosofia<br />

del primo Novecento: una particolare attenzione rivolta au réel i cui <strong>in</strong>gre<strong>di</strong>enti fondamentali<br />

sono costituiti da un ripensamento della scienza per ciò che concerne i<br />

suoi meto<strong>di</strong> e da una rivisitazione critica dell’empirismo, dell’idealismo e del realismo<br />

<strong>di</strong> f<strong>in</strong>e Ottocento e <strong>in</strong>izi Novecento. Non trascurabile <strong>in</strong> questo contesto, il<br />

ruolo svolto da Kierkegaard e da Heidegger, che, come è noto, costituiscono lo sfondo<br />

del pensiero <strong>di</strong> Jean Wahl. Cfr. J. WAHL, Vers le concret, Vr<strong>in</strong>, Paris 1932.<br />

( 9 ) Tale sottotitolo de L’Action del 1893 non fu il primo pensato da Blondel il<br />

quale, orig<strong>in</strong>ariamente, <strong>in</strong> una lettera datata Aix, 22 Marzo, 1887, propone al Preside<br />

della Sorbonne il seguente titolo: L’Action, étude sur la nature de l’opération ad<br />

extra et sur la valeur de la pratique littérale. Tale titolo venne rifiutato <strong>in</strong> quanto –<br />

venne detto – ostentava una «forme vraiment barbare». Cfr. M. BLONDEL, Lettre<br />

au Doyen de la Sorbonne, Aix, 22 Marzo 1887, <strong>in</strong>: Lettres philosophiques, Paris, Aubier<br />

Montaigne, 1961, pp. 11-13.<br />

( 10 ) È noto che Blondel mutuò dal suo maestro una spiccata attenzione soprattutto<br />

per lo stu<strong>di</strong>o della vita e per la teoria della certezza morale. Tuttavia, come<br />

ricorda Blondel ne L’It<strong>in</strong>éraire philosophique, la ricezione <strong>di</strong> tali tematiche, avviene<br />

secondo una «double vie […] une vie de docilité aimante, une vie d’<strong>in</strong>dépendance<br />

<strong>in</strong>aliénable». La doppia vita alla quale Blondel fa riferimento, segna l’orig<strong>in</strong>alità<br />

della sua impostazione filosofica che, per quanto nelle «personali conv<strong>in</strong>zioni» fosse<br />

vic<strong>in</strong>a a quella dei suoi «monitori», non poté esserlo, per l’assunzione, <strong>di</strong> un<br />

punto <strong>di</strong> vista libero rispetto ai conflitti a lui attuali. Un punto <strong>di</strong> vista <strong>in</strong> grado,<br />

secondo Blondel, <strong>di</strong> «sod<strong>di</strong>sfare contemporaneamente alle esigenze totali della cri-

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