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Nichilismo e universo tecnologico <strong>in</strong> Gianni Vattimo<br />

che non siamo ancora abbastanza nichilisti attribuisco a questa frase<br />

questo senso, cioè che devo esercitare anche sulle mie pretese quel<br />

<strong>di</strong>stacco ironico che Nietzsche consiglia nel frammento dell’estate<br />

del 1887, ovvero, “chi v<strong>in</strong>cerà alla f<strong>in</strong>e sarà il più moderato non il<br />

più violento”, che io cito sempre.<br />

Questa considerazione del nichilismo ha avuto orig<strong>in</strong>e dalla riflessione<br />

sulla postmodernità, <strong>di</strong> cui mi occupo verso la f<strong>in</strong>e degli<br />

anni ’70 quando escono i libri <strong>di</strong> Lyotard sulla con<strong>di</strong>zione postmoderna;<br />

successivamente però c’è stato un passo ulteriore <strong>in</strong> cui io ho<br />

<strong>in</strong>com<strong>in</strong>ciato a re<strong>in</strong>terpretare nichilisticamente le mie orig<strong>in</strong>i cristiane,<br />

nel senso che <strong>in</strong>torno alla metà degli anni ’80 mi sono chiesto<br />

autobiograficamente come mai mi piacesse <strong>di</strong> più l’<strong>in</strong>terpretazione<br />

nichilista anche <strong>di</strong> Heidegger piuttosto che quelle neoteologiche.<br />

Anche nella lettura <strong>di</strong> Heidegger <strong>in</strong>fatti si può stare a destra o a s<strong>in</strong>istra;<br />

io chiamo destra heideggeriana la posizione <strong>di</strong> coloro pensano<br />

che Heidegger debba essere letto dal punto <strong>di</strong> vista <strong>di</strong> recupero della<br />

teologia: siamo alla <strong>di</strong>sperazione solo un Dio ci può salvare (e sono<br />

molti gli stu<strong>di</strong>osi cattolici che pensano che il nichilismo <strong>di</strong> Heidegger<br />

e <strong>di</strong> Nietzsche serva a mettere <strong>in</strong> evidenza la rov<strong>in</strong>a della ragione<br />

moderna dopo <strong>di</strong> che si apre la via alla fede o, meglio, alla scommessa<br />

della fede, che è poi, secondo me, l’<strong>in</strong>terpretazione <strong>di</strong> Antiseri). Io<br />

<strong>in</strong>vece sono per una visione <strong>di</strong> s<strong>in</strong>istra <strong>di</strong> Heidegger, cioè penso che<br />

il modo per rispettare veramente la <strong>di</strong>fferenza ontologica non sia<br />

quello <strong>di</strong> pensare che ormai abbiamo <strong>di</strong>menticato l’essere – che però<br />

cont<strong>in</strong>ua ad esistere da qualche parte e che noi dobbiamo cont<strong>in</strong>uamente<br />

essere consapevoli del fatto che lo abbiamo perso – ma che la<br />

<strong>di</strong>fferenza ontologica consiste proprio nel fatto che l’essere ha una<br />

specie <strong>di</strong> vocazione a sottrarsi, a <strong>di</strong>ssolversi. Anche se certe volte<br />

sembra che Heidegger pensi che davvero l’essere ritornerà e che è<br />

nostro compito preparare e aspettare il suo avvento, io preferisco<br />

questa versione dell’heideggerismo perché neanche Heidegger può<br />

pensare mai che l’essere si ri<strong>di</strong>a <strong>in</strong> presenza senza tra<strong>di</strong>re la <strong>di</strong>fferenza<br />

ontologica. In Heidegger <strong>in</strong>fatti ci sono sufficienti buone ragioni per<br />

essere <strong>in</strong>terpretato nel senso fornito dalla lettura <strong>di</strong> s<strong>in</strong>istra. Quando<br />

però mi domando perché preferisco questa lettura mi accorgo che<br />

ho sempre letto Heidegger e Nietzsche dal punto <strong>di</strong> vista <strong>di</strong> uno che<br />

cont<strong>in</strong>uava a credere alla rivelazione cristiana <strong>in</strong> qualche forma (io<br />

sono stato cattolico militante f<strong>in</strong>o alla metà degli anni ’60 e non ho<br />

mai abbandonato le mie orig<strong>in</strong>i cattoliche). Mi sono reso conto <strong>in</strong>fatti,<br />

attraverso una lettura per me molto importante che è stata<br />

quella <strong>di</strong> René Girard, che <strong>in</strong> fondo il nichilismo nietzscheano e la<br />

<strong>di</strong>fferenza ontologica heideggeriana potevano, e anzi forse dovevano,<br />

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