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ANDREA CANNAS<br />

FRANCESCO ALGAROTTI TRA SCIENZA E LETTERATURA<br />

Francesco Algarotti <strong>in</strong>tendeva contrapporre un’arca<strong>di</strong>a <strong>di</strong> filosofi<br />

– e letterati capaci <strong>di</strong> elaborare immag<strong>in</strong>i del mondo che fossero<br />

scientificamente plausibili – a quella ufficiale dei poeti. Scrutando <strong>in</strong><br />

tale <strong>di</strong>rezione possiamo spiegarci la genesi <strong>di</strong> un’opera come Il<br />

newtonianismo per le dame, comprese le successive e<strong>di</strong>zioni o, per<br />

meglio <strong>di</strong>re, riscritture – io farò riferimento soprattutto ai Dialoghi<br />

sopra l’ottica neutoniana. Dall’Arca<strong>di</strong>a<br />

L’Algarotti si <strong>di</strong>stacca per la sua considerazione, comune a tutta la schiera<br />

degli <strong>in</strong>novatori, del fatto letterario non più <strong>in</strong> se stesso ma «nella connessione<br />

con tutta la vita», al f<strong>in</strong>e <strong>di</strong> mostrare non tanto i <strong>di</strong>fetti della nostra<br />

letteratura, ma le cause <strong>di</strong> quei <strong>di</strong>fetti. Tutta l’opera dell’Algarotti veniva<br />

<strong>in</strong>serita, con s<strong>in</strong>tetico giu<strong>di</strong>zio, <strong>in</strong> quel ricco sviluppo <strong>di</strong> motivi che s’<strong>in</strong>arca<br />

dall’Arca<strong>di</strong>a al Romanticismo ( 1 ).<br />

Per l’Algarotti il Seicento <strong>in</strong> Italia non esprime soltanto una pre<strong>di</strong>lezione<br />

per il gusto barocco, o per le costruzioni stupefacenti dell’<strong>in</strong>gegno,<br />

ma <strong>in</strong>nanzitutto l’epoca <strong>in</strong> cui sono state gettate le fondamenta<br />

della scienza moderna: Galileo Galilei costituisce il punto <strong>di</strong><br />

abbrivo dal quale non si può presc<strong>in</strong>dere, mercé la precisione ed eleganza<br />

raggiunta dalla sua prosa scientifica. Potremmo fare una rapida<br />

carrellata dei titoli <strong>di</strong> merito acquisiti dallo scienziato toscano dal<br />

punto <strong>di</strong> vista del <strong>di</strong>scepolo settecentesco: fitti e puntuali sono i riferimenti<br />

nelle pag<strong>in</strong>e dei Dialoghi. Intanto voglio soffermarmi sulla<br />

scelta come <strong>in</strong>terlocutore, nell’opera che tratta dell’ottica e della cosmologia<br />

newtoniana, <strong>di</strong> un poeta (capace <strong>di</strong> mutare pelle per <strong>di</strong>ventare<br />

filosofo cartesiano) dal nome <strong>di</strong> Simplicio, ovvia rem<strong>in</strong>iscenza<br />

dal Dialogo dei Massimi Sistemi:<br />

( 1 ) Si veda la nota critico-bibliografica <strong>in</strong> F. ALGAROTTI, Saggi; a cura <strong>di</strong> Giovanni<br />

Da Pozzo, Laterza, Bari 1963.

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