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66<br />

GIORGIO PUDDU<br />

mutilazioni territoriali piuttosto estese, segnarono per la Francia,<br />

trionfante sui campi <strong>di</strong> Wagram, la sua <strong>in</strong>quietante presenza sui litorali<br />

dalmati, facendo dell’Adriatico un ampio deserto liquido controllato<br />

dal presi<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Corfù. Il dom<strong>in</strong>io sull’antico mare veneziano<br />

assicurava a Parigi il persistere dei suoi rapporti politico – commerciali<br />

con i centri dell’Oriente e la confortava della per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> controllo<br />

del centro – Me<strong>di</strong>terraneo; <strong>in</strong> questo scacchiere la supremazia <strong>in</strong>glese,<br />

ormai, attraverso il dom<strong>in</strong>io <strong>di</strong> Malta, <strong>di</strong>videva <strong>in</strong> due il grande<br />

bac<strong>in</strong>o, garantendo a Londra la costante sorveglianza su Sicilia e<br />

Sardegna.<br />

La presenza francese <strong>in</strong> Adriatico, tra gli altri scompensi, determ<strong>in</strong>ò<br />

la forte contrazione nei traffici dello scalo triest<strong>in</strong>o, <strong>in</strong> verità non<br />

meno <strong>di</strong> quanto sia accaduto per altri porti dell’<strong>in</strong>tero Me<strong>di</strong>terraneo,<br />

come testimonia il caso <strong>di</strong> Livorno ( 3 ).<br />

Questo quadro economico-commerciale poco <strong>in</strong>coraggiante f<strong>in</strong>iva<br />

per <strong>in</strong>fluenzare la fragile struttura economica del regno <strong>di</strong> Sardegna.<br />

Inevitabilmente l’isola, crocevia privilegiato degli scambi nel<br />

Me<strong>di</strong>terraneo centro-occidentale, f<strong>in</strong> dall’<strong>in</strong>izio dello scontro tra<br />

Francia ed Europa coalizzata, aveva registrato ogni m<strong>in</strong>ima variazione<br />

<strong>di</strong> quello stato <strong>di</strong> guerra, aggravato dalla per<strong>di</strong>ta della componente<br />

degli stati cont<strong>in</strong>entali, ormai pienamente entrati nell’orbita francese,<br />

e dal conseguente allontanamento della corte, ram<strong>in</strong>ga prima<br />

negli stati italiani e, più tar<strong>di</strong>, ospite nel sicuro rifugio isolano.<br />

Sul piano economico-commerciale occorre tracciare una doverosa<br />

premessa che illustri i tratti più salienti <strong>di</strong> un percorso contrassegnato<br />

dalle tappe che preparano la crisi <strong>di</strong> quell’anno fatale.<br />

In proposito, un’analisi pur sommaria del volume degli scambi e,<br />

<strong>in</strong> particolare, delle esportazioni registrate dall’isola f<strong>in</strong> dal 1796 –<br />

<strong>in</strong> un quadro tutto sommato meno fosco <strong>di</strong> quello degli anni succes-<br />

( 3 ) V.E. GIUNTELLA, L’Italia dalle repubbliche giacob<strong>in</strong>e, cit., p. 344. Fra i porti<br />

italiani maggiormente penalizzati dalle imposizioni prodotte dallo scontro franco<strong>in</strong>glese<br />

erano Trieste, Livorno, Ancona e Venezia. Per Livorno, prima <strong>di</strong> essere annessa<br />

all’Impero, la situazione commerciale del suo scalo è ancora <strong>in</strong>coraggiante,<br />

data la permanenza <strong>di</strong> una rete <strong>di</strong> scambi apprezzabile. Ma allorché sul Regno d’Italia<br />

com<strong>in</strong>ciarono ad addensarsi le prime nubi della crisi economica del 1810-1812,<br />

anche il porto toscano rischiò l’asfissia.<br />

Una sorte non <strong>di</strong>versa subì Ancona dopo il suo <strong>in</strong>corporamento nel Regno nel<br />

1808 con alcuni territori della Romagna. Il porto adriatico, che <strong>in</strong> prevalenza veicolava<br />

verso Trieste materie prime e grano <strong>in</strong> cambio <strong>di</strong> manufatti provenienti dagli<br />

stati tedeschi, dal 1808 <strong>in</strong>sieme a Trieste, associata all’Impero, subì delle contrazioni<br />

marcate nei propri traffici, prodromi <strong>di</strong> una crisi più ampia che <strong>in</strong> misura<br />

estesa colpirà l’<strong>in</strong>tera Europa poco più tar<strong>di</strong>. E.V. TARLE, La vita economica, cit.,<br />

pp. 135-136.

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