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J. Lotman e I. Silone: Lo spazio e l’eroe <strong>in</strong> V<strong>in</strong>o e Pane e La volpe e le camelie<br />

391<br />

“Non saprei spiegartelo… lui è sempre stato a quel modo, anche prima che<br />

ci sposassimo. Non puoi pensare quanti spaventi, quanti pianti segreti mi<br />

sia costato. Speravo che col tempo e coi figli gli sarebbe bastata la famiglia.<br />

Invece…”<br />

“Cosa ne ricava? Quale vantaggio?”<br />

“Nessuno, anzi gli costa strapazzi e denaro. Ma è come se <strong>in</strong> quel rischio<br />

egli avesse riposto il suo onore.”<br />

“Il suo onore d’uomo, il suo orgoglio. Temo che, senza <strong>di</strong> esso, per lui la<br />

vita non avrebbe senso.” (151-153)<br />

Il pianto abituale <strong>di</strong> Filomena nasce dalla consapevolezza <strong>di</strong> non<br />

poter mo<strong>di</strong>ficare la situazione, ormai antica, <strong>di</strong> mistero e <strong>di</strong> pericolo<br />

dentro la quale il marito si muove, attratto da essa come lei lo è dai<br />

figli e dalla famiglia:<br />

La madre riprese a piangere senza ritegno. Era il suo modo <strong>di</strong> accettare la<br />

vita e la sua con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> donna. Era vissuta con l’idea fissa della <strong>di</strong>sgrazia;<br />

l’aveva aspettata per tanti anni; si poteva <strong>di</strong>re che fosse nata per aspettarla.<br />

F<strong>in</strong>almente era arrivata; essa non mostrava ancora il suo <strong>in</strong>tero aspetto, ma<br />

<strong>in</strong>dubbiamente era giunta. (137)<br />

La <strong>di</strong>versità <strong>di</strong> temperamento e <strong>di</strong> progetto <strong>di</strong> Daniele e <strong>di</strong> Filomena<br />

si pone all’orig<strong>in</strong>e del loro rapporto coniugale squilibrato e determ<strong>in</strong>a,<br />

all’<strong>in</strong>terno <strong>di</strong> uno spazio comune, un’ulteriore sud<strong>di</strong>visione <strong>in</strong><br />

microspazi autonomi cui corrispondono mo<strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti <strong>di</strong> comportamento<br />

e categorie ideali contrapposte: i figli, la famiglia, l’amore per<br />

l’una, l’orgoglio, l’onore, la lotta per l’altro. F<strong>in</strong>o alla morte <strong>di</strong> Cefalù<br />

i due mon<strong>di</strong> si escludono reciprocamente, parlano l<strong>in</strong>guaggi <strong>di</strong>fferenti.<br />

Filomena, riferendosi alla volpe che fa razzia <strong>di</strong> polli, <strong>in</strong>consapevolmente<br />

dà una def<strong>in</strong>izione della qualità della sua vita coniugale:<br />

“Oggi un pericolo, domani un altro… non si ha mai pace.” ( 55)<br />

Donna <strong>in</strong>sicura, emotivamente fragile, una “nullità”, Filomena<br />

(come la suocera Silvia) è sempre vissuta all’ombra del marito, subendone<br />

umori e volontà, così che l’improvviso mortale malessere <strong>di</strong><br />

Daniele è da lei percepito come ennesima m<strong>in</strong>accia ad un equilibrio<br />

familiare già precario, costantemente sospeso:<br />

Il respiro <strong>di</strong> lui somigliava al rantolo d’un agonizzante…<br />

Incerta sul da fare, Filomena si sedette accanto al letto. Era avvilita <strong>di</strong> sentirsi<br />

<strong>in</strong>capace <strong>di</strong> prendere una decisione. Ripensando alla propria vita, si<br />

rendeva conto che <strong>in</strong> realtà non ne aveva mai prese. Il malessere del marito…<br />

era per lei una prova terrificante, dato che lui non era mai stato malato,<br />

neanche <strong>di</strong> un semplice raffreddore. Nella mente <strong>di</strong> Filomena, la resistenza<br />

fisica del marito e la sua volontà costituiva l’ord<strong>in</strong>e naturale su cui<br />

era fondata la stabilità della famiglia. (153)

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