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Scarica il pdf - Associazione Nazionale Magistrati

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Luca Minniti<br />

Con ciò non voglio nemmeno per un momento far pensare di ritenere<br />

che non abbiamo bisogno di nuove competenze manageriali, in particolare<br />

di analisti di organizzazione e di esperti delle relazioni organizzative, con i<br />

quali nelle varie sedi associative stiamo già cominciando a collaborare. Ma<br />

sono proprio questi professionisti, nelle loro proposte e progetti di innovazione<br />

a chiederci di renderci attori, interpreti e non meri destinatari<br />

dell’innovazione.<br />

Scusate la banalità di certe affermazioni, ma talvolta ascoltando sollecitazioni<br />

giornalistiche o di esponenti politici o di presunti professori di efficienza<br />

è necessario fare qualche passo indietro.<br />

Vero è però che i passi già compiuti sono ancora pochi e di fronte alla<br />

gravità della crisi rischiano di non essere percepiti nel loro significato e con<br />

le loro potenzialità.<br />

L’Anm deve su questo terreno chiedere un mutamento di linea di condotta<br />

al Ministero, l’innovazione tecnologica non deve apparire un piano indipendente<br />

di attività per lo più sperimentale, ma uno strumento di integrazione<br />

di saperi, tecnici e giuridici, uno strumento di riorganizzazione esteso<br />

a tutti gli uffici.<br />

Questo approccio demanda alle tecnologie un ruolo non meramente tecnico,<br />

di strumento fisico al servizio dell’organizzazione ma di veicolo di<br />

nuove conoscenze, capace non solo di proporre nuove routine lavorative,<br />

ma di interagire con gli assetti istituzionali e strutturali dati dall’organizzazione:<br />

solo così l’innovazione tecnologica sfugge al rischio di aggravare l’artificiosità<br />

di certi processi burocratici, divenendo strumento collettivo orientato<br />

alla produzione di conoscenza.<br />

Tale delicato prof<strong>il</strong>o, ad esempio, è molto chiaro nella questione non risolta<br />

della disponib<strong>il</strong>ità dei dati statistici, che deve essere affrontata immediatamente<br />

nel senso di stab<strong>il</strong>irne la titolarità in capo agli uffici giudiziari e la<br />

permanente e libera fruib<strong>il</strong>ità da parte dell’intero sistema dell’autogoverno<br />

per le funzioni ad esso attribuite.<br />

Ma che quello della collaborazione tra Ministero e sue diramazioni da<br />

una parte e Csm ed autogoverno diffuso dall’altra sia un terreno di iniziativa<br />

dove si rinvengono ingenti risorse umane è dimostrato dagli esempi positivi<br />

di collaborazione integrata tra strutture decentrate del Ministero, in primo<br />

luogo i presìdi dell’innovazione tecnologica, i Cisia, ma anche i, purtroppo<br />

pochissimi, funzionari statistici dislocati presso alcune Corti d’Appello e le<br />

strutture con funzioni organizzative dell’autogoverno (penso ai referenti per<br />

l’informatica ed alle Commissioni Flussi). Proprio dalla loro collaborazione<br />

sono sorte alcune esperienze proficue di innovazione.<br />

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