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Un progetto per la giustizia
2) la funzione organizzativa del Ministero e delle sue diramazioni, diffusa sul
territorio con la rete di risorse tecniche integrate su base distrettuale;
3) l’autogoverno diffuso come momento di adozione e verifica dei progetti
per un bilancio sociale e partecipato del sistema giustizia con il Csm in funzione
di indirizzo e controllo e i Consigli giudiziari supportati dalle Commissioni
Flussi a fare da sintesi decentrata su base distrettuale;
4) la cornice istituzionale rappresentata da una convenzione o un protocollo
d’intesa che integri le funzioni organizzative dell’autogoverno e del Ministero
della Giustizia dando solide basi alla collaborazione anche oltre la durata di
ciascuna legislatura o consiliatura.
Un tale approdo sul terreno dell’organizzazione trasparente della giustizia
civile e penale restituirebbe coerenza ai processi di formazione normativa, al
procedimento di definizione della politica della spesa e di una corretta gestione
delle risorse, che quindi tra l’altro impone di:
- verificare l’organizzazione del lavoro negli uffici giudiziari, raccogliere le
esperienze migliori, creare una sintesi delle “esperienze virtuose” e metterla
a disposizione dei colleghi per l’utilizzo nei diversi settori e territori;
- registrare carenze, inefficienze, evidenziare le situazioni problematiche e
individuare possibili soluzioni;
- proporre al Csm di diffondere sul territorio le prassi virtuose esistenti, anche
mediante disposizioni dirette ai capi degli uffici;
- indirizzare gli sforzi in materia informatica e statistica verso il conseguimento
di un unico dato statistico, omogeneo, utilizzato da Csm, Ministero e
uffici giudiziari;
- stimolare incontri di formazione in sede decentrata sui temi dell’organizzazione
degli uffici;
- approvare i progetti di ridimensionamento e di razionale distribuzione sul
territorio degli uffici giudiziari;
- provvedere alla rapida copertura delle vacanze degli organici del personale
amministrativo e disincentivarne l’esodo verso altre amministrazioni con
progetti in grado di riqualificare e valorizzare le professionalità amministrative
e tecniche esistenti;
- porre fine con scelte chiare e precise al disordine ed alle incongruenze che
caratterizzano la galassia delle magistrature onorarie.
Per questo salto in avanti ci serve una Anm forte ed unita, capace di guidare
il cambiamento organizzativo che la società esige dal nostro piccolo
mondo.
Un’Associazione che sappia valorizzare le sue strutture più vicine ai luoghi
di lavoro, in particolare agli uffici piccoli dove le difficoltà sono enormemente
maggiori.
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