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Piergiorgio Morosini<br />

pio, mediazione, c.d. diversion), per giungere a moderne declinazioni del principio<br />

di obbligatorietà dell’azione penale.<br />

Per tutto questo mancano valori di fondo socialmente condivisi e, in ogni<br />

caso, scelte davvero innovative richiedono operazioni “politicamente a<br />

rischio” che nessuna componente parlamentare si sente di affrontare. Vale<br />

anche per l’attuale maggioranza politica, che al suo interno propone sensib<strong>il</strong>ità<br />

molto diverse, e le cui contraddizioni sono già esplose: pensate alle giravolte<br />

sul reato di “ingresso clandestino sul territorio nazionale”. Ma pensate<br />

anche alla bioetica, che incide su vari punti del diritto penale.<br />

Ed allora, seguendo la menzionata impostazione di metodo, occorre, responsab<strong>il</strong>mente,<br />

ripartire da soluzioni già presenti sotto forma di disegno di<br />

legge che, valorizzando un’elaborazione ampiamente condivisa nell’ambito<br />

dell’Anm, trovino sponda in ampi settori del ceto forense e del mondo accademico.<br />

Per questo motivo, prima di formulare al Ministro e alla Commissione<br />

Giustizia della Camera proposte di riforma di istituti sostanziali e processuali,<br />

abbiamo esaminato i disegni di legge che esprimono <strong>il</strong> dichiarato intento<br />

di offrire ai cittadini “decisioni nel merito” in tempi ragionevoli, secondo le<br />

esplicite indicazioni dell’art. 111 Cost., senza rinunciare alle garanzie. E abbiamo<br />

ritenuto che dovesse individuarsi un punto di partenza in quelle soluzioni,<br />

condivise in tutto l’arco parlamentare, in grado di toccare importanti<br />

snodi del processo penale e, nel contempo, capaci di funzionare da fattore<br />

di spinta al rinnovamento culturale delle prassi.<br />

3. Consentitemi di segnalare alcuni punti salienti delle nostre proposte:<br />

a) contrasto alle forme di abuso del processo, auspicando modifiche in materia<br />

di risoluzione preventiva delle questioni di competenza, per evitare che<br />

i relativi vizi, se mai r<strong>il</strong>evati o eccepiti, possano pregiudicare processi spesso<br />

già pervenuti alla sentenza di secondo grado; notificazione degli atti, da fondare<br />

su più efficienti modalità; snellimento delle procedure in tema di indagini<br />

preliminari, di archiviazione e di riti alternativi;<br />

b) modifiche in tema di contumacia, per affrontare in maniera razionale le<br />

questioni poste dalle numerose sentenze di condanna della Corte europea<br />

dei diritti dell’uomo nei confronti dell’Italia e le ricadute di tali pronunce sui<br />

recenti orientamenti della Corte di Cassazione. Onde evitare processi inut<strong>il</strong>i,<br />

lo svolgimento del processo deve essere subordinato all’effettiva conoscenza<br />

dello stesso da parte dell’imputato, altrimenti va sospeso (prevedendo eccezioni<br />

a tale regola generale, pur facendo salva la possib<strong>il</strong>ità di una remissione<br />

in termini a favore dell’imputato);<br />

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