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Scarica il pdf - Associazione Nazionale Magistrati

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Un progetto per la giustizia<br />

5. Così impostato, <strong>il</strong> tema delle risorse diviene <strong>il</strong> sintomatico punto di necessario<br />

contatto dei due aspetti che ho prima richiamato: l’efficacia del servizio<br />

giustizia e la credib<strong>il</strong>ità della magistratura.<br />

Parlare di prevedib<strong>il</strong>ità delle decisioni giurisdizionali e di organizzazione del lavoro<br />

degli uffici giudiziari significa infatti immergersi nei temi delicati ma centrali<br />

non solo della professionalità e della capacità ma in definitiva della responsab<strong>il</strong>ità<br />

nell’esercizio della funzione giurisdizionale. Espressioni infatti come<br />

quelle di professionalità e capacità rischiano di limitare l’approccio al tema della<br />

credib<strong>il</strong>ità della magistratura ai soli contenuti ed apporti tecnici. Invece <strong>il</strong><br />

problema è di quale sia la cultura della giurisdizione e del ruolo del magistrato in cui<br />

ci riconosciamo.<br />

Dobbiamo infatti avere <strong>il</strong> coraggio culturale di affrontare la questione se<br />

la rivendicazione delle prerogative attribuite dalla Costituzione al singolo<br />

magistrato legittimino ogni magistrato a fare quel che crede come crede,<br />

dando apparente applicazione proprio a quelle prerogative, ovvero presuppongano,<br />

ed anzi impongano, ecco <strong>il</strong> punto, un esercizio responsab<strong>il</strong>e della giurisdizione.<br />

Che, in primo luogo, ovviamente non significa un magistrato<br />

suggestionato o condizionato dal contesto contingente in cui opera, ma un<br />

magistrato che è pienamente e permanentemente consapevole di tutte le<br />

conseguenze delle sue decisioni all’interno del complessivo procedimento e<br />

dell’intero sistema, delle loro implicazioni sui diritti delle parti, del suo ruolo<br />

di tutore dei diritti nel rispetto delle regole, della sua soggezione alla legge<br />

come fonte della sua indipendenza.<br />

E in secondo luogo significa avere un magistrato attento a ciò che va oltre<br />

<strong>il</strong> singolo fascicolo che gli è assegnato, o meglio al fatto che quel fascicolo<br />

è uno di quelli in trattazione nell’ufficio. È questa una delle priorità che <strong>il</strong><br />

Movimento e Articolo 3 indicano all’Anm: quella di promuovere un nuovo<br />

modo di intendere la giurisdizione attraverso <strong>il</strong> rinnovamento della gestione<br />

degli uffici giudiziari. Alla responsab<strong>il</strong>izzazione dei direttivi e semidirettivi,<br />

all’uso degli strumenti normativi vigenti, va accompagnata una nuova cultura<br />

fondata sulla consapevolezza da parte di tutti i magistrati della compartecipazione collettiva<br />

alla costruzione del modello organizzativo dell’ufficio. Passare, quindi, da una gestione<br />

sostanzialmente verticistica e peggio burocratica ad una gestione partecipata,<br />

che veda tutti i componenti di ciascuna struttura collaborare<br />

all’individuazione delle migliori modalità di conduzione del servizio. Insomma,<br />

un giudice che si pone quale artefice responsab<strong>il</strong>e del servizio reso<br />

dalla giurisdizione e non come dispensatore di occasionali responsi.<br />

6. Una cultura che può costituire la chiave di volta per affrontare in modo<br />

coerente una serie di gravi problemi attuali, proponendo soluzioni davvero<br />

efficaci. Il primo, ad esempio, quello dei carichi di lavoro. Siamo abituati ad in-<br />

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