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Un progetto per la giustizia
Va poi rivisto il sistema del processo contumaciale, la cui sorte - per come
lo ha conosciuto e attuato la nostra tradizione - anche per il confronto con
i sistemi giuridici europei sembra definitivamente segnata. Appare ormai
necessaria la correlazione tra celebrazione del dibattimento e conoscenza
certa della sua pendenza da parte dell’imputato: degne della massima attenzione
risultano allora quelle soluzioni che prevedono la sospensione del
processo sino al perfezionamento della citazione. Se l’obiettivo è quello
del processo ‘giusto’ ma anche ‘utile’, non sfugge che questa costruzione -
oltre indubbiamente a garantire meglio il diritto di difesa - consente di non
alimentare un circuito di processi troppe volte celebrati a meri cartellini di
identificazione fotodattiloscopica, pendenze che sovraccaricano il sistema
di numeri e di costi (è questa, per esperienza comune, la tipologia dei processi
che comportano il maggior numero di atti giudiziari e che consentono
un ampio ricorso al patrocinio a spese dello Stato): soggetti nei confronti
dei quali è più ragionevole agire allorquando vi sia una possibilità di
efficacia del decisum giudiziario.
Sono poi possibili strumenti di deflazione (nuovi solo in apparenza, essendo
già patrimonio del nostro sistema) come l’irrilevanza del fatto, a condizione
che siano identificati canoni di valutazione oggettivi, che sottraggano
tale filtro alla discrezionalità del giudice o alla indicazione politica
contingente (opzione tra l’altro adottata dal più recente legislatore che -
nel ridisegnare il procedimento disciplinare sull’impianto del codice di rito
del 1988 - ha previsto questo istituto, andando al di là del sistema processuale
nominalmente preso a riferimento ed operando piuttosto una opzione
al giudizio minorile).
Senza ledere il principio della presunzione di innocenza sino alla definitività
della sentenza, ma prendendo anche atto che il sistema penale e la
stessa Costituzione hanno introdotto un principio di ‘negoziabilità’ di alcuni
istituti penali, una risposta potrebbe essere costituita da pene alternative
alla detenzione, erogate con la sentenza di condanna di primo grado e che
abbiano immediata operatività.
Appare, infine, fondamentale una revisione del sistema delle impugnazioni,
da rendere più compatibili sia con il principio che la prova si forma nel dibattimento
di primo grado, sia con il principio di ragionevole durata del
processo. In grado di appello, dunque, la cognizione del giudice dovrebbe
essere ancora più marcatamente circoscritta ai motivi di impugnazione;
potrebbe essere introdotta, come in Cassazione, la declaratoria di inammissibilità
dell’impugnazione per manifesta infondatezza dei motivi; potrebbe
essere introdotta la possibilità di trattare gli appelli concernenti soltanto
questioni inerenti la pena in camera di consiglio senza fissazione
dell’udienza ex art. 127 cpp; con riferimento agli altri appelli potrebbe es-
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