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Evelina Canale<br />

quanto eventuali esoneri avrebbero dovuto essere compensati dalla intensificazione<br />

delle attività individuate come compatib<strong>il</strong>i. La stessa circolare faceva<br />

degli esempi:<br />

- per <strong>il</strong> settore civ<strong>il</strong>e, la riduzione del numero delle udienze e/o delle nuove<br />

assegnazioni, priv<strong>il</strong>egiando un maggiore impegno nella redazione delle sentenze;<br />

- per gli uffici di Procura e per gli uffici gip, <strong>il</strong> parziale esonero dai turni esterni,<br />

dalle udienze di convalida, dagli affari urgenti, esonero compensato<br />

però con un corrispondente aumento del carico di affari assegnati;<br />

- per <strong>il</strong> dibattimento penale, la riduzione del numero delle udienze e correlativamente<br />

l’incremento di sentenze assegnate;<br />

- per gli uffici di Sorveglianza, l’esenzione dai colloqui con i detenuti in ambiente<br />

carcerario e dalla trattazione degli affari di particolare urgenza e correlativamente<br />

l’aumento del carico del lavoro assegnato.<br />

La circolare prevedeva poi anche un meccanismo di assegnazione ad altro<br />

settore del medesimo ufficio, qualora <strong>il</strong> settore di servizio del magistrato<br />

non avesse consentito una organizzazione del lavoro flessib<strong>il</strong>e e compatib<strong>il</strong>e<br />

con le esigenze fam<strong>il</strong>iari, fermo restando <strong>il</strong> diritto del magistrato a rientrare<br />

nel settore di provenienza.<br />

La “raccomandazione” per i dirigenti operava nel senso che, sulla domanda<br />

dell’interessata, vi era <strong>il</strong> corrispondente dovere del dirigente di intervenire<br />

con la massima celerità, sentendo i magistrati interessati e controinteressati,<br />

ciò al fine di coinvolgere l’intero ufficio per prevenire contrasti interni<br />

e anche nell’ottica di favorire l’individuazione delle modalità più adatte<br />

per contemperare le diverse esigenze. Per i provvedimenti in tal modo adottati<br />

si prevedeva l’immediata esecutività con la loro altrettanto immediata<br />

trasmissione al Cg e al Csm.<br />

La circolare ha certamente costituito (prevedendo non già una politica di<br />

accorgimenti singolarmente presi in favore delle donne, ma un vero e proprio<br />

cambiamento organizzativo governato in un’ottica di genere), lo sforzo<br />

più strutturato dell’organo di autogoverno in favore della conc<strong>il</strong>iazione e<br />

quindi per riequ<strong>il</strong>ibrare situazioni di svantaggio nelle condizioni di lavoro<br />

delle donne.<br />

La trama disegnata da questa circolare si è andata con <strong>il</strong> tempo consolidando,<br />

ma nelle prassi applicative dei vari uffici non sono mancate delle<br />

“criticità” che hanno indotto <strong>il</strong> Consiglio (sempre, si badi bene, su proposta<br />

del Cpom del 24/10/2005), a recepirla, per la prima volta, al punto 42 della<br />

circolare n. 27060 del 19/12/2005 sulle tabelle di organizzazione degli uffici<br />

giudiziari per <strong>il</strong> biennio 2006/2007.<br />

Con questa disposizione si è inteso interrompere <strong>il</strong> carattere oggettivamente<br />

masch<strong>il</strong>e della complessa organizzazione del lavoro degli uffici giudi-<br />

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