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Luca Minniti
- scelte organizzative intese come progetti da elaborare e risultati da raggiungere
entro un determinato arco temporale, assumendo le statistiche di
gestione, il tempo e l’organizzazione del lavoro;
- coinvolgimento nei progetti, nella loro applicazione e nel loro periodico
controllo di tutti i soggetti interessati (magistrati dirigenti, dirigenza amministrativa,
singoli magistrati, cancellerie, avvocati, altri ordini professionali, associazione
degli utenti), avendo come interlocutori anche il mondo imprenditoriale,
i sindacati, le associazioni ed i movimenti dei consumatori, altre
aggregazioni di interessi al fine di rispondere nel modo più informato ai bisogni
di giustizia espressi dalle diverse realtà sociali;
- dotazione degli uffici di risorse umane e tecniche necessarie per trasformare
le sezioni giudicanti o i gruppi di lavoro nelle Procure in vere e proprie
unità operative erogatrici del servizio;
- valorizzazione delle esperienze di autoriforma che caratterizzano la vita di
molti uffici giudiziari, con sensibili miglioramenti in termini di efficienza e
qualità del servizio.
È questa, tra l’altro, l’esperienza degli Osservatori sulla giustizia civile, un
movimento che ha saputo favorire, al di fuori di ogni logica di appartenenza,
il confronto e la collaborazione tra quanti a vario titolo concorrono alla
gestione del processo ponendosi, anche attraverso i protocolli d’udienza diffusi
peraltro anche nel settore penale, quale fecondo motore di trasformazione
della realtà giudiziaria.
Questo processo di riorganizzazione (non importa se lo denominiamo
“ufficio per il processo” o riorganizzazione degli uffici del giudice e delle altre
unità operative) comporta la valorizzazione degli strumenti informativi,
l’impiego del processo civile telematico, la predisposizione di appositi uffici
di assistenza all’attività strettamente giurisdizionale in cui possano trovare
posto anche nuove figure di assistenti di studio e di assistenti organizzativi.
Anche su questo terreno occorre valorizzare la funzione collaborativa ed
organizzativa che alcune esperienze di stage presso gli uffici giudiziari stanno
cominciando ad avere, trasformando esperienze occasionali in occasioni di
miglioramento permanente.
Penso in particolare alle esperienze alla pratica forense negli uffici giudiziari,
alla partecipazione degli specializzandi delle scuole Bassanini, ad altre
forme di collaborazione tecnica con laureandi o ricercatori in materie non
giuridiche, come l’ingegneria informatica e la statistica.
Farò solo un elenco, certamente lacunoso, di alcuni strumenti di riorganizzazione
dei nostri uffici nella disponibilità dei singoli magistrati e dei capi
degli uffici.
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