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Scarica il pdf - Associazione Nazionale Magistrati

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Un progetto per la giustizia<br />

di parlare di sicurezza: «Alla gente la giustizia non interessa: parla di loro,<br />

parla di sicurezza».<br />

Io ero disorientata. Perché avrei dovuto parlare solo di sicurezza e non<br />

anche di giustizia, dal momento che mi risultava diffic<strong>il</strong>e scindere i due aspetti?<br />

Allora non potevo saperlo, ma la risposta è semplice: la gente non<br />

crede più nella giustizia. Ci ha rinunciato. Io, in quanto avvocato, ho un<br />

osservatorio priv<strong>il</strong>egiato: vedo creditori che si lamentano di non ricevere i<br />

soldi cui avrebbero diritto e, ciò nonostante, decidono di non agire in giudizio;<br />

vedo vittime che rinunciano a querelare perché sanno che i processi<br />

sono paralizzati. In altri termini, si è abdicato alla giustizia - intesa come<br />

possib<strong>il</strong>ità di far rispettare i propri diritti - ma al contempo si continua a<br />

volere sicurezza sotto casa. La confusione nasce perché si ritiene che i<br />

concetti di sicurezza e giustizia siano disgiunti l’uno dall’altro. Questo è un<br />

clamoroso errore! Giustizia e sicurezza sono due facce della stessa medaglia.<br />

Se si arrestano i delinquenti, ma poi non si celebrano i processi, non<br />

avremo mai sicurezza: dobbiamo restituire priorità alla giustizia e trasmettere<br />

la speranza di una riforma, cui si potrà giungere solo puntando<br />

sull’efficienza.<br />

Ciò che <strong>il</strong> presidente della Commissione Giustizia può fare in questo<br />

senso è dare un’impronta alla lista di priorità da discutere, naturalmente<br />

sulla base delle indicazioni dei gruppi parlamentari. In questo momento<br />

nella nostra agenda non abbiamo inserito come priorità da sottoporre<br />

all’attenzione della Commissione la riforma dell’ordinamento giudiziario:<br />

non perché non creda che certi temi debbano essere affrontati, ma perché<br />

non ritengo che sia questo <strong>il</strong> momento giusto per affrontarli. Per usare<br />

una metafora, a me non interessa chi è <strong>il</strong> l’autista e chi è <strong>il</strong> navigatore a<br />

bordo dell’auto, a me non interessa stab<strong>il</strong>ire chi guida, perché in questo<br />

momento <strong>il</strong> problema più urgente da risolvere è che l’auto non cammina:<br />

come prima cosa, bisogna fare in modo che ricominci a camminare. Per<br />

questa ragione, ho messo in cima alla mia lista delle priorità l’efficienza<br />

della giustizia. Se ne parla da anni ed è arrivato <strong>il</strong> momento di tradurre<br />

questo concetto in qualcosa di concreto e condiviso. A mio parere, si può<br />

pretendere efficienza solo ed esclusivamente se diventiamo credib<strong>il</strong>i. È<br />

questo <strong>il</strong> messaggio che voglio lanciare oggi.<br />

Che cosa significa “diventare credib<strong>il</strong>i”? Significa che se io, come avvocato,<br />

frequento <strong>il</strong> Tribunale e vedo che alle 14, improvvisamente e inesorab<strong>il</strong>mente,<br />

si sospende l’udienza perché non ci sono i soldi per pagare gli<br />

straordinari ai cancellieri, sono indotta a ritenere che effettivamente manchino<br />

le risorse. Ma se poi studiando le carte mi accorgo che esiste un tesoretto,<br />

non posso non pensare che un sistema giustizia che non paga lo<br />

straordinario al cancelliere e, nello stesso momento, non recupera le spese<br />

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