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Scarica il pdf - Associazione Nazionale Magistrati

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Un progetto per la giustizia<br />

l’anticamera di interventi legislativi. Ritornerò sul tema a proposito di alcune<br />

criticità emerse con riguardo al Csm.<br />

Ma ritorniamo al 29 marzo, quando è stato definito <strong>il</strong> programma<br />

dell’attuale giunta, che è ciò di cui oggi parliamo.<br />

Unicost-Md-Movimento hanno approvato con l’astensione di Mi un documento<br />

che, ai punti 4-5-6, definisce, insieme, <strong>il</strong> programma di azione della<br />

Giunta tripartita dell’Anm, <strong>il</strong> “Progetto per la giustizia” da proporre<br />

all’attenzione della politica e i temi di questo Congresso.<br />

Alla corretta identificazione degli interventi da operarsi sui tre versanti<br />

del diritto e del processo penale, del processo civ<strong>il</strong>e e dell’organizzazione -<br />

per questa parte, condivisa, Magistratura indipendente non ha espresso voto<br />

contrario e conferma tuttora la propria non contrarietà, se non altro perché<br />

sono <strong>il</strong> frutto dell’elaborazione comune del precedente Cdc - fa riscontro la<br />

clamorosa assenza della denuncia delle indecorose condizioni di lavoro e<br />

della rivendicazione di un serio incremento delle risorse da destinare alla<br />

giustizia e del miglioramento delle condizioni professionali ed economiche<br />

dei magistrati.<br />

Non una parola sulla necessità di perequazione del trattamento economico<br />

a quello delle altre magistrature e della dirigenza. La predeterminazione<br />

dei carichi di lavoro esigib<strong>il</strong>i e sostenib<strong>il</strong>i è posposta alla riorganizzazione del<br />

processo, alla riqualificazione del personale, all’applicazione degli strumenti<br />

informatici in tutte le fasi processuali («solo in questo contesto sarà possib<strong>il</strong>e<br />

l’adozione di misure organizzative idonee a garantire che ogni magistrato<br />

possa gestire, nell’ambito della sua responsab<strong>il</strong>ità, un carico sostenib<strong>il</strong>e di lavoro»).<br />

E al punto 6 si evidenziano e si propalano, invece, le colpe dei magistrati<br />

per <strong>il</strong> cattivo andamento del servizio giustizia. Questo modo di procedere,<br />

che rinvia sine die le richieste in tema di maggiori risorse (si parla infatti<br />

soltanto di “riorganizzazione” dell’esistente), di trattamento economico e di<br />

definizione dei carichi di lavoro, cioè delle questioni più direttamente incidenti<br />

qui ed ora sulla condizione del magistrato, sarebbe <strong>il</strong> modo di procedere<br />

di una associazione «che è anche un sindacato, ma non può essere un<br />

mero sindacato», come sottolineato al punto 3 del documento votato?<br />

A mio parere no. Questo è <strong>il</strong> modo di procedere di chi non vuole fare<br />

sindacato. Questo è <strong>il</strong> modo di procedere di chi da lungo tempo ha consentito<br />

senza muovere un dito l’avanzamento del processo di mortificazione<br />

della professione del magistrato ordinario. Di chi non vuole avanzare, insieme<br />

alle altre, anche le richieste di carattere sindacale. Di chi non ha saputo<br />

e non sa intessere una reale politica delle alleanze con l’avvocatura e con<br />

<strong>il</strong> personale, che le maggiori risorse rivendicano, e con la società civ<strong>il</strong>e, cui si<br />

promette ciò che si sa di non poter mantenere: un effettivo miglioramento<br />

del servizio giustizia non è infatti ottenib<strong>il</strong>e e non sarà mai conseguito a ri-<br />

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