14.06.2013 Views

Scarica il pdf - Associazione Nazionale Magistrati

Scarica il pdf - Associazione Nazionale Magistrati

Scarica il pdf - Associazione Nazionale Magistrati

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Giuseppe Meliadò<br />

Giuseppe Meliadò<br />

consigliere sezione lavoro, Corte d’Appello di Catania<br />

Penso che oggi a noi si impone un grande sforzo, lo sforzo di guardare<br />

non solo a noi stessi e ai problemi, pur gravi, che dobbiamo approfondire<br />

come <strong>Associazione</strong> magistrati. Lo sforzo cui dobbiamo far fronte, come cittadini<br />

e come magistrati, è, innanzi tutto, quello di gettare un ponte verso<br />

l’esterno, verso la società e le istituzioni.<br />

Se non sapremo far questo, saremo destinati al depauperamento come<br />

associazione di giuristi che pensano collettivamente sui problemi della loro<br />

condizione, ma anche sui problemi dei cittadini che aspirano ad un esercizio<br />

equo ed efficace della giurisdizione.<br />

Questo Congresso è intitolato “Un progetto per la giustizia”; forse <strong>il</strong> titolo<br />

riflette meno dell’ambizione che lo anima, in quanto non si tratta solo di<br />

elaborare un progetto sulla giustizia, ma di recuperare un insieme di valori<br />

condivisi sulla giustizia e sulla giurisdizione, che purtroppo da troppi anni<br />

manca in questo Paese. Un insieme di valori condivisi disgregati dal ripetuto,<br />

e per noi ingiusto, riferimento all’uso politico della giustizia e, al tempo<br />

stesso, dal deperimento che, in questi anni, ha avuto, nell’immaginario collettivo<br />

prima ancora che nella realtà effettuale, l’idea del processo come luogo<br />

fondamentale in cui si realizzano i diritti dei cittadini.<br />

A questo proposito, voglio essere molto chiaro nel ricordare, proprio<br />

oggi che si fa proposito di instaurare una nuova fase nei rapporti fra la magistratura<br />

e la politica, le ragioni per cui ci siamo opposti con convinzione<br />

alla legge di riforma dell’ordinamento giudiziario, pur riconoscendo le differenze<br />

che si sono manifestate nelle sue diverse stesure.<br />

Lo voglio ricordare proprio in questa sede non solo perché sarebbe esercizio<br />

di ipocrisia non farlo, ma anche per rimuovere un equivoco. Si dice<br />

spesso che la magistratura italiana deve affrontare la “sfida della modernità”:<br />

noi vogliamo affrontarla la “sfida della modernità”, ma senza esimerci dal<br />

ricordare che non era moderno <strong>il</strong> disegno di riorganizzazione della magistratura<br />

che si era offerto al Paese. Era solo un ritornare indietro nella storia, un<br />

riportare indietro le lancette del tempo, verso una magistratura burocratica e<br />

funzionariale. Noi ci siamo opposti alla legge di riforma dell’ordinamento<br />

giudiziario proprio perché teniamo molto alla “modernità” della magistratura,<br />

ci siamo opposti proprio perché non consideriamo <strong>il</strong> lungo percorso che<br />

in questi anni è stato fatto come un assetto deviante, ma come una lunga<br />

marcia per realizzare gli obiettivi scritti nella Costituzione, che volle <strong>il</strong> giudice<br />

soggetto soltanto alla legge e i magistrati distinti soltanto per diversità di<br />

funzioni. Il che vale quanto dire che in questi quarant’anni non si è realizza-<br />

228

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!