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Ezia Maccora
Occasione irrinunciabile anche quando la sfiducia ed il disinteresse
sembrano prendere il sopravvento ed il dibattito stenta a coinvolgere ed
appassionare.
In questi giorni i maggiori quotidiani hanno parlato dell’avvio di “un
nuovo corso”.
Non so se ciò sia vero.
I primi interventi del Governo (in tema di misure straordinarie per
fronteggiare l’emergenza in Campania ed in tema di sicurezza) suscitano
perplessità, anche se non può non apprezzarsi in alcune parti la finalità dei
provvedimenti volti alla tutela dei diritti fondamentali.
Resta da chiedersi se tale finalità, ad esempio in tema di rifiuti, deve
essere raggiunta attraverso strumenti eccezionali, che rischiano di stravolgere
il sistema ordinamentale, la normativa processuale e le misure organizzative,
senza peraltro la certezza di raggiungere il risultato sperato.
Così come nel formulare sul piano tecnico alcune osservazioni critiche
(in una dialettica costruttiva e rispettosa delle competenze degli altri poteri)
rispetto ad alcune scelte del legislatore, come quella volta ad introdurre
l’aggravante comune per i reati commessi dai clandestini o addirittura il reato
d’immigrazione clandestina, occorre ribadire che la magistratura non ha pregiudizi
e se una diversa stagione ci sarà si riscontrerà, quando verrà (se sarà)
attuata una politica seria per la giustizia.
Solo allora, infatti, le odierne dichiarazioni d’intenti rappresenteranno
una realtà effettiva.
Ma veniamo a noi. I congressi dell’Anm sono un’occasione preziosa
anche per guardare al nostro interno, per cogliere e accettare le nostre responsabilità,
per essere noi stessi protagonisti di un cambiamento necessario
ed ancora possibile.
Con questo spirito, come componente del Consiglio superiore della
magistratura, ritengo doveroso presentare proprio in questa sede un primo
bilancio dell’intensa attività svolta in questi primi due anni dall’organo di
governo autonomo della magistratura.
Un bilancio che evidenzierà le scelte di fondo dell’azione del Consiglio
su alcune grandi questioni attinenti l’amministrazione della giurisdizione.
L’ordinamento “Mastella” ha cercato, riuscendovi solo in parte, di riportare
a ragionevolezza l’iniziale progetto ordinamentale predisposto dal
ministro Castelli.
In molte parti del nuovo ordinamento giudiziario si ritrovano le richieste
anche della magistratura associata (temporaneità degli incarichi direttivi
e valutazioni di professionalità).
Oggi il Csm, nelle sue varie articolazioni, è impegnato nell’attuazione
della riforma ordinamentale.
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