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Un progetto per la giustizia<br />

lori fondamentali che ancora una volta presuppone, come metro fondamentale,<br />

<strong>il</strong> canone ermeneutico dell’interpretazione e reca nel suo stesso<br />

significato un’idea di incertezza apparentemente dicotomica rispetto al tradizionale<br />

concetto di certezza del diritto e, apparentemente, alla stessa prevedib<strong>il</strong>ità<br />

delle decisioni giurisdizionali che viene spesso richiamata come<br />

esigenza ineludib<strong>il</strong>e di un sistema giudiziario moderno ed al passo con i<br />

tempi.<br />

Il tempo non consente di affrontare con l’attenzione che merita tale<br />

questione.<br />

È vero che un certo recupero rispetto a tale indiscutib<strong>il</strong>e esigenza si ottiene<br />

attraverso la funzione nomof<strong>il</strong>attica della Cassazione.<br />

Ma è soprattutto nel prodotto di ogni giudice, nella sentenza che risolve<br />

<strong>il</strong> caso concreto, che affonda, oggi più che mai, la certezza della decisione e,<br />

in definitiva, <strong>il</strong> nuovo significato di “certezza” del diritto.<br />

È, infatti, <strong>il</strong> canone dell’effettività della tutela giurisdizionale che ormai<br />

permea <strong>il</strong> sistema costituzionale, comunitario e della Cedu ad imporre oggi<br />

più di prima, alla magistratura - e non ad altri- un nuovo compito: quello,<br />

appunto, di rendere effettivo <strong>il</strong> diritto vivente, di portarlo nelle case delle<br />

persone, di farlo uscire dalle anguste aule di giustizia e di veicolarlo con<br />

competenza e chiarezza direttamente nella società, disseminando in modo<br />

non tecnico ma comprensib<strong>il</strong>e, accessib<strong>il</strong>e <strong>il</strong> suo modo di operare, le sue<br />

decisioni, i suoi percorsi motivazionali - che dovrebbero tralasciare dotte<br />

motivazioni e preferire percorsi comprensib<strong>il</strong>i, lineari, asciutti - al fine di<br />

rendere manifesta e chiara l’esistenza stessa del diritto, i modelli, gli standard,<br />

le modalità con le quali si declina <strong>il</strong> giudiziario e le diversità di soluzione<br />

delle controversie, in modo che tutti possano realmente godere delle<br />

prerogative che l’ordinamento, composito e mult<strong>il</strong>ivello per come esso<br />

appare, loro attribuisce.<br />

Questa esigenza, che già richiamava <strong>il</strong> Comitato consultivo dei giudici<br />

europei nell’opinione n. 7 del 2005, emerge sempre più, come ha mirab<strong>il</strong>mente<br />

sottolineato l’attuale Presidente della Repubblica, se si pone al centro<br />

del sistema <strong>il</strong> primato della persona, del suo svolgimento e sv<strong>il</strong>uppo su<br />

basi di libertà e di eguaglianza, della sua dignità come fondamento dei diritti<br />

dell’uomo e del cittadino.<br />

Solo la costruzione di un rapporto nuovo fra giudice e società può rimuovere<br />

la (innata) sfiducia nel giudiziario e rendere accettab<strong>il</strong>e agli occhi<br />

della persona, anche di quella che perde, che soccombe, una manifestazione<br />

di potere, un atto di forza quale è quello del giudice.<br />

In conclusione, questo cammino è fatto del contributo di tutti i giudici,<br />

meridionali o settentrionali che siano ed ancorché territorialmente dislocati<br />

nella più sperduta periferia.<br />

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