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Scarica il pdf - Associazione Nazionale Magistrati

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Giulia Bongiorno<br />

processuali e le pene pecuniarie sia poco credib<strong>il</strong>e. Questa è una contraddizione<br />

nella quale mi sono imbattuta svolgendo <strong>il</strong> mio doppio ruolo di<br />

avvocato e di politico: soltanto quando si esamina <strong>il</strong> sistema dall’interno ci<br />

si rende conto di certi inconcepib<strong>il</strong>i sprechi.<br />

Credo anche nell’importanza, nella necessità, di un impegno a livello personale<br />

- e lo dico a voi come lo dico a me stessa. Quando abbiamo deciso<br />

di porre come priorità della Commissione Giustizia la questione dell’efficienza,<br />

ci siamo accorti che in Italia, in un sistema sfasciato, in un sistema<br />

in cui nessuno crede, esistono alcune isole felici, uffici che qualcuno riesce<br />

a far funzionare. Mi riferisco al Procuratore di Bolzano Cuno Tarfusser e<br />

al presidente del Tribunale di Torino Mario Barbuto, che non conoscevo<br />

direttamente. Due persone che, nella gestione dei loro uffici, hanno ridotto<br />

<strong>il</strong> carico di lavoro e tagliato le spese. Ho scelto di convocarle in Commissione<br />

Giustizia perché ho saputo che si sono meritate dei premi qualità<br />

e vorrei sapere quali modalità hanno adottato, in un sistema così disastrato,<br />

per ottenere certi risultati.<br />

Se è vero che esiste una paralisi del sistema in parte derivante dalle leggi<br />

e dalla mancanza di risorse, è altrettanto vero che la situazione può migliorare<br />

se tutti si pongono come obiettivo una maggior efficienza. So, per<br />

esempio, che all’interno di questi uffici sono stati creati dei protocolli: protocolli<br />

fra magistrati, cancellieri e anche fra avvocati.<br />

Sarebbe pertanto erroneo e fuorviante pensare che le risposte debbano<br />

essere soltanto di natura legislativa: a mio parere le risposte non possono<br />

essere esclusivamente nelle leggi, devono piuttosto partire dagli uomini.<br />

Devono partire da ciascuno di voi - e da voi mi aspetto molto -, perché<br />

voi potrete insistere perché non sia mutata l’ultima riforma dell’ordinamento<br />

giudiziario e noi potremo evitare di modificarla, purché ci sia un vero<br />

impegno ad applicare le disposizioni che prevedono <strong>il</strong> controllo<br />

dell’efficienza.<br />

Infatti, se nel valutare l’operato dei magistrati i capi dell’ufficio continueranno<br />

ad adottare formule di st<strong>il</strong>e e non effettueranno controlli effettivi<br />

e rigorosi, <strong>il</strong> danno lo patirete per primi voi magistrati di buona volontà.<br />

Personalmente, dal momento che frequento i Tribunali di tutta Italia, trovo<br />

strano che alcuni magistrati riescano a fare venticinque udienze e altri<br />

no. Non è pensab<strong>il</strong>e che sia esclusivamente un problema di risorse. È sicuramente<br />

anche un problema di risorse, ma è soprattutto una questione di<br />

impegno personale. La responsab<strong>il</strong>ità non può certo essere accollata tutta<br />

a voi, ma se voi non fate <strong>il</strong> primo passo per noi diventa diffic<strong>il</strong>issimo aiutarvi.<br />

Quanto a me, ho preso una decisione che ha già sollevato polemiche e<br />

che probab<strong>il</strong>mente continuerà a sollevarne. Per qualche strano motivo, per<br />

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