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Scarica il pdf - Associazione Nazionale Magistrati

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Rita Sanlorenzo<br />

ta consequenzialità con la bontà e la qualità della risposta giudiziaria, ed in<br />

fondo, anche con <strong>il</strong> perseguimento di un miglioramento del livello professionale<br />

della magistratura: e dunque che anche su questo terreno non possiamo<br />

non farne oggetto di forte rivendicazione verso l’esterno, e di elaborazione<br />

e di linea d’azione, al nostro interno.<br />

Tra pochi mesi ci troveremo di fronte all’impatto grave ed in certe situazioni<br />

devastante della norma della riforma dell’ordinamento giudiziario che<br />

vieta l’impiego dei magistrati di prima nomina in funzioni requirenti o giudicanti<br />

penali monocratiche: quella che è una risposta sbagliata ad un problema<br />

reale, che riguarda appunto la copertura di sedi disagiate che sino ad oggi<br />

sono state affidate ad un meccanismo di turn-over non certo funzionale alla<br />

razionalità del servizio. Sino ad oggi, dobbiamo ammetterlo, erano soprattutto<br />

i magistrati più giovani ad essere impiegati nella copertura di avamposti<br />

diffic<strong>il</strong>i, e comunque spesso isolati: anche di qui nasce una norma che<br />

nell’immediato futuro sarà però la causa della scopertura di molti uffici. Certo<br />

un divieto così draconiano perderebbe ogni razionalità se questi stessi<br />

giovani fossero destinati ad uffici di dimensioni medie, o grandi, dove poter<br />

essere affiancati ai colleghi più esperti, garanzia questa per la loro crescita<br />

professionale. Così come d’altronde non è possib<strong>il</strong>e non pensare ad una politica<br />

seria di incentivi ai magistrati avanti in carriera, per indurli ad andare a<br />

coprire posti in sedi diffic<strong>il</strong>i e particolarmente esposte.<br />

5. Ognuno è chiamato a fare la propria parte<br />

Riguarda anche noi magistrati l’altissimo monito del Presidente Napolitano,<br />

che chiama tutti, cittadini e istituzioni, a fare la propria parte,<br />

nell’interesse generale del Paese, per superare una crisi diffic<strong>il</strong>e che mette in<br />

primo piano proprio grandi temi decisivi per la nostra convivenza, e che<br />

come tali hanno comunque ricadute concrete sull’amministrazione della giustizia.<br />

Le esperienze migliori, le più innovative, le prassi virtuose capaci di imporsi<br />

anche sulle carenze organizzative e sulle mancate riforme nascono<br />

proprio al nostro interno, dalle capacità di visione prospettica e<br />

dall’inventiva, dalla voglia di dialogo con gli altri operatori.<br />

Ai gravi problemi che affliggono oggi la magistratura, la crisi di ruolo, la<br />

perdita di senso e di funzionalità, la progressiva marginalizzazione della giurisdizione,<br />

si aggiungono preoccupazioni corpose per quel che riguardano<br />

prof<strong>il</strong>i che in fondo derivano tutti da quel mancato incontro (o meglio, dalla<br />

collisione diretta) tra domanda di giustizia e adeguatezza del sistema ad accoglierla.<br />

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