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Scarica il pdf - Associazione Nazionale Magistrati

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Angelino Alfano<br />

- la tendenziale unificazione e semplificazione dei riti (ne parlavate poco<br />

fa anche voi, poiché non sfugge a nessuno che siamo già a trenta riti);<br />

- l’abolizione del regolamento di competenza, che è un intervento richiesto<br />

da più parti e comporta un tangib<strong>il</strong>e beneficio anche per la Corte di<br />

Cassazione, considerato che nel 2005 i ricorsi per regolamento di competenza<br />

sono stati circa 2600 su 26m<strong>il</strong>a processi in totale;<br />

- una nuova disciplina della competenza per le questioni attinenti la competenza<br />

del giudice. La riforma in questo senso avrebbe lo specifico scopo<br />

di evitare che <strong>il</strong> processo, magari dopo un lungo periodo di trattazione,<br />

non regredisca alla fase iniziale per un vizio di competenza;<br />

- la riduzione delle ipotesi di nullità, rafforzando gli strumenti di sanatoria<br />

degli atti processuali nulli;<br />

- la razionalizzazione dei tempi del processo mediante la definizione di<br />

un calendario degli adempimenti che consenta la programmazione, una<br />

sorta di calendario delle udienze, in tal modo soddisfacendo anche le richieste<br />

del Consiglio d’Europa;<br />

- la reintroduzione del tentativo obbligatorio di conc<strong>il</strong>iazione, accompagnandolo<br />

con sanzioni processuali a carico della parte che abbia (ovviamente<br />

senza giustificato motivo) rifiutato una proposta conc<strong>il</strong>iativa seria<br />

avanzata dall’altra parte (del resto un’attività conc<strong>il</strong>iativa seria può sicuramente<br />

diminuire <strong>il</strong> numero delle cause che giungono a sentenza, così<br />

come avviene già nel processo del lavoro);<br />

- l’accelerazione dei tempi processuali con particolare riguardo all’art. 183<br />

del cpc. In questo senso è indispensab<strong>il</strong>e individuare scansioni temporali<br />

degli adempimenti dell’istruttoria e della decisione;<br />

- la valorizzazione del principio di lealtà processuale attraverso la predisposizione<br />

di meccanismi di sanzioni processuali a carico della parte che,<br />

abusando del processo, determini un prolungamento inut<strong>il</strong>e dei tempi del<br />

processo;<br />

- la riforma del procedimento cautelare in funzione di un nuovo procedimento<br />

sommario non cautelare;<br />

- la predisposizione di strumenti alternativi di definizione delle controversie,<br />

prevedendo che si possano sperimentare procedure di conc<strong>il</strong>iazione<br />

anche fuori dagli organi giurisdizionali, proprio al fine di evitare <strong>il</strong><br />

processo.<br />

Tutto questo - lo voglio ribadire - riguarda misure che hanno un alto<br />

grado di condivisione. Ecco perché sono convinto che la gran parte di queste<br />

misure non sono solo condivisib<strong>il</strong>i, non sono solo giuste, ma sono inevitab<strong>il</strong>i<br />

e come tutte le cose inevitab<strong>il</strong>i vanno fatte. Noi non abbiamo davanti<br />

un bivio, un trivio, un quadrivio, noi dobbiamo portare avanti questi obiettivi,<br />

perché senza <strong>il</strong> raggiungimento degli stessi ci troveremo, tra quattro an-<br />

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