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Scarica il pdf - Associazione Nazionale Magistrati

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Un progetto per la giustizia<br />

i tetti massimi di carichi di lavoro distinti per funzioni magistratuali, cioè limiti<br />

ultimi al di là dei quali debba fermarsi l’abnormità del carico di lavoro e<br />

la conseguente inesigib<strong>il</strong>ità di prestazioni adeguate alle funzioni.<br />

Quali obiettivi perseguiamo?<br />

Nel suo intervento Rita Sanlorenzo ha detto che non le sembra <strong>il</strong> caso di<br />

mettere le pezze.<br />

Il riferimento implicito è a una pubblicazione che ha curato Unità per la<br />

Costituzione sic<strong>il</strong>iana e calabrese <strong>il</strong> cui titolo è Non mettiamoci la pezza.<br />

Noi vogliamo ribadire che così come dobbiamo essere valutati, così come<br />

dobbiamo fornire un prodotto qualitativo e quantitativo adeguato, non<br />

vogliamo mettere la pezza sulle storture, sulla mancanza di altre istituzioni.<br />

Quindi lo slogan “Non mettiamoci la pezza” mantiene politicamente una<br />

sua validità sulla quale credo che l’associazionismo si debba confrontare.<br />

Dicevo: quali obiettivi?<br />

Trasparenza e corretta imputazione della responsab<strong>il</strong>ità: ciascuna istituzione<br />

deve rispondere delle sue mancanze, delle sue inadempienze in modo<br />

tale che davanti all’opinione pubblica proprio quel difetto di credib<strong>il</strong>ità che<br />

viviamo sulla nostra pelle giorno dopo giorno finalmente venga a scremarsi<br />

e ci venga addossato ciò che effettivamente dobbiamo sopportare come nostra<br />

responsab<strong>il</strong>ità. Ma l’individuazione di carichi di lavoro (ragionevoli,<br />

massimi, troveremo un accordo, ma intanto bisogna immediatamente intervenire)<br />

ci permetterà di capire meglio la nostra organizzazione e di organizzare<br />

meglio <strong>il</strong> nostro lavoro, di dare un diverso criterio di lettura non solo<br />

all’opinione pubblica, ma anche per l’organizzazione degli uffici e la programmazione<br />

del lavoro. Si tratta di tentare di restituire alla nostra funzione<br />

un r<strong>il</strong>ievo qualitativo che ancora oggi non si riesce a raggiungere perché non<br />

siamo nelle condizioni di poterlo fare.<br />

In moltissimi uffici sic<strong>il</strong>iani, calabresi, ma anche di ogni altra parte<br />

d’Italia, non siamo in grado di poter studiare tranqu<strong>il</strong>lamente, serenamente,<br />

lucidamente le carte che ci troviamo sul tavolo. In ultimo, ma avrei dovuto<br />

citarla per prima, l’individuazione di tetti massimi potrebbe svolgere una<br />

funzione esimente per quanto concerne l’eventuale responsab<strong>il</strong>ità disciplinare<br />

del magistrato in caso di ritardi nel deposito dei provvedimenti. In questi<br />

anni abbiamo assistito a un paradosso: in mancanza di una determinazione<br />

dei carichi ragionevoli, dei carichi esigib<strong>il</strong>i di lavoro, in via preventiva da<br />

parte degli uffici e da parte dell’organo di autogoverno, quei carichi sono<br />

stati sulla pelle di moltissimi magistrati individuati ex post con sentenze di assoluzione<br />

in sede di organo di autogoverno o in sede di Corte di Cassazione.<br />

Quindi riassumendo:<br />

1) trasparenza e corretta imputazione delle responsab<strong>il</strong>ità (ovvero <strong>il</strong> principio<br />

dell’unicuique suum) per contrastare efficacemente su di un piano oggetti-<br />

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