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Un progetto per la giustizia<br />

lavoro. A partire da qui le commissioni si metteranno a lavorare perché c’è<br />

l’opportunità storica di approvare alcune importanti riforme di codici che<br />

possono avere una valenza epocale. Questo è un nostro obiettivo e sono<br />

convinto che ci siano le possib<strong>il</strong>ità di centrarlo perché sono (e lo dirò appresso)<br />

tantissimi i punti di condivisione nell’ambito della dottrina e dei<br />

mondi che afferiscono al diritto, oltre che nelle aree politiche presenti in<br />

Parlamento che condividono l’assetto di insieme di alcune riforme. Nello<br />

svolgimento di quest’opera, però (e non mi stanco di ripeterlo per la terza<br />

volta, l’ho detto al Csm, l’ho detto in Commissione Giustizia e lo ripeto<br />

qui), occorre essere consapevoli che al centro c’è la persona, che cerca tutela<br />

dei propri diritti e alla quale vanno fornite risposte concrete e immediate.<br />

Frequente e viva è infatti la tentazione da parte degli operatori del diritto,<br />

legislatore compreso, di sentirsi al centro del sistema giustizia. Invece, a mio<br />

giudizio, in principio e alla fine di un processo, sia esso civ<strong>il</strong>e o penale, vi è<br />

una persona, vi è un uomo che sente lesi i propri diritti e che chiede allo Stato<br />

una risposta, chiede allo Stato giustizia, un uomo che trepida, che patisce<br />

<strong>il</strong> ritardo della giustizia., cogliendo già in esso, nel ritardo, la negazione del<br />

proprio diritto e la frustrazione della propria pretesa. Non dimentichiamoci<br />

mai, anche quando leggiamo le statistiche sui ritardi, sul numero dei giudizi<br />

pendenti, che dietro a ogni giudizio c’è una persona. E ricordiamoci che <strong>il</strong><br />

rapporto che ogni singolo cittadino ha con la giustizia, <strong>il</strong> grado di fiducia del<br />

singolo cittadino nella giustizia finisce con <strong>il</strong> coincidere con <strong>il</strong> grado di fiducia<br />

del cittadino nei confronti dello Stato. È quindi nostra responsab<strong>il</strong>ità,<br />

mia di ministro e vostra di magistrati, contribuire perché questo grado di fiducia<br />

del cittadino nello Stato aumenti e non diminuisca.<br />

Occorre intervenire soprattutto sulle strutture e sulle risorse, proseguendo<br />

in particolare nell’opera di informatizzazione e ricercando forme alternative<br />

di risoluzione delle controversie, anche attraverso <strong>il</strong> ricorso all’istituto<br />

della mediazione che potrebbe consentire una reale deflazione del carico<br />

giudiziario. Anche dalla riforma organica della magistratura onoraria potrà<br />

derivare un proficuo vantaggio in un’ottica di recupero e rivalutazione delle<br />

diverse professionalità.<br />

In materia di giustizia penale va, innanzitutto, ricordato e registrato come<br />

i progetti di riforma del codice penale, elaborati come dicevo poc’anzi dalle<br />

diverse commissioni ministeriali, convergano su numerosi principi generali.<br />

Cito, a titolo di esempio, la valorizzazione della posizione delle vittime nel<br />

procedimento penale che si traduce in obbligo generale di risarcimento del<br />

danno, anche non patrimoniale, derivante dal reato e nel potere del giudice<br />

nell’ordinare nella sentenza di condanna specifiche misure di riparazione.<br />

Oppure ancora, l’introduzione di un sistema di pene prescrittive che si af-<br />

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