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Luca Palamara<br />

Non possiamo e non vogliamo ignorare le critiche che vengono mosse<br />

alle correnti con riferimento alla pretesa occupazione di ogni spazio dell’autogoverno<br />

e della vita associativa.<br />

E tuttavia proprio nel documento conclusivo del nostro Congresso, approvato<br />

all’unanimità, abbiamo sottolineato che «le correnti devono essere<br />

espressione dei diversi modi di intendere la funzione del magistrato. La critica<br />

alle correnti ha bisogno dell’attenta e informata partecipazione dei magistrati.<br />

Solo la presa di coscienza diffusa dei magistrati circa l’impellente<br />

necessità di impegnarsi in associazione, secondo un modello di partecipazione<br />

in cui la legittimazione alla rappresentanza provenga dai colleghi e dagli<br />

uffici giudiziari, potrà offrire al sistema nuovo entusiasmo, unità di intenti<br />

e democrazia».<br />

Sul versante esterno, e cioè nei rapporti con la politica, pragmatismo e<br />

responsab<strong>il</strong>ità devono tradursi nell’essere sempre pronti al dialogo sul tema<br />

che noi riteniamo centrale: <strong>il</strong> miglioramento dell’erogazione del servizio giustizia<br />

nell’interesse dei cittadini al fine di assicurare lo svolgimento di un<br />

processo che secondo la promessa costituzionale si svolga in tempi ragionevoli.<br />

Combattere le cause della lentezza è un problema politico e sociale<br />

prioritario ed è anche la condizione perché l’Italia possa essere parte<br />

dell’Europa col rispetto e la dignità che anche come Paese fondatore le<br />

competono.<br />

Purtroppo dobbiamo registrare attacchi, spesso strumentali, nei confronti<br />

di iniziative giudiziarie, a volte addirittura nei confronti della persona del<br />

giudice, finalizzati ad accreditare l’idea che le scelte dei magistrati italiani<br />

siano scelte “di parte”, contro qualcuno o a favore di qualcun altro. Le critiche<br />

ai provvedimenti giudiziari sono connotato ineludib<strong>il</strong>e e irrinunciab<strong>il</strong>e di<br />

un sistema giudiziario diffuso e caratterizzato da autonomia e indipendenza.<br />

Ma la denigrazione del giudice e l’attribuzione alle iniziative della magistratura<br />

di finalità estranee a quelle di giustizia finisce per minare complessivamente<br />

la credib<strong>il</strong>ità della funzione giudiziaria e l’accettab<strong>il</strong>ità sociale delle sue<br />

decisioni.<br />

È esattamente questo che rende spesso particolarmente diffic<strong>il</strong>i i rapporti<br />

istituzionali tra politica e magistratura, finendo per minare anche <strong>il</strong> rapporto<br />

di fiducia fra quest’ultima ed i cittadini.<br />

Rifuggiamo da una malintesa lotta tra poteri dello Stato, che invece mai<br />

come in questo momento devono avere ben chiari i limiti del proprio ruolo,<br />

nel rispetto dei valori costituzionali, per coniugare l’esigenza di fronteggiare<br />

la criminalità, in tutte le sue forme, dalla criminalità di strada che crea insicurezza<br />

nei cittadini, alla criminalità organizzata, sempre più agguerrita e invasiva,<br />

alla criminalità economica con quella, primaria, di preservare le garan-<br />

XII

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