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Scarica il pdf - Associazione Nazionale Magistrati

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Mariano Sciacca<br />

presenza di carichi di lavoro eccessivi, e ciò nonostante <strong>il</strong> previsto riferimento alle<br />

pendenze del ruolo considerato ed ai flussi in entrata degli affari.<br />

Per valutare, infatti, correttamente questo dato occorrerebbe preliminarmente<br />

quantificare, in modo approfondito e rigoroso, l’impegno quotidianamente richiesto<br />

al magistrato, in termini di tempo e di energie, dai molteplici adempimenti, diversi<br />

dalla definizione dei processi, che comporta la gestione di un ruolo di 1.000,<br />

1.500 o 2.000 procedimenti.<br />

Rispetto ad un ruolo composto da 400/500 cause questi adempimenti si moltiplicano<br />

in misura proporzionale, assorbendo gran parte del tempo e delle energie<br />

del magistrato.<br />

Si tratta di provvedimenti istruttori, cautelari, di istanze di vario tipo formulate<br />

dalle parti, dai consulenti tecnici d’ufficio, dai custodi, moltiplicati per… 1.000,<br />

1.500, 2.000 cause.<br />

A volte anche questi adempimenti, per la maggior parte non prevedib<strong>il</strong>i e non<br />

programmab<strong>il</strong>i, risultano complessi ed impegnativi, soprattutto in mancanza di<br />

specializzazione, incidendo, così, in modo significativo sui tempi di definizione dei<br />

processi.<br />

Spesso, poi, sono pure urgenti (o, comunque, presentati come tali) e, conseguentemente,<br />

impongono una diversa programmazione del lavoro quotidiano del<br />

giudice, che è costretto, quindi, a dedicarsi prioritariamente ad un’attività, peraltro<br />

non sempre registrata dalla cancelleria in modo sistematico e puntuale, diversa dalla<br />

redazione delle sentenze.<br />

L’attuale sperequazione, anche marcata, dei carichi di lavoro si ripercuote, dunque,<br />

inevitab<strong>il</strong>mente sulla valutazione del parametro della laboriosità.<br />

Né <strong>il</strong> previsto riferimento agli «standard medi di definizione dei procedimenti»<br />

nell’ambito del medesimo ufficio può considerarsi un ut<strong>il</strong>e “correttivo” in presenza,<br />

attualmente, di carichi di lavoro differenti pure all’interno della medesima Sezione.<br />

In ordine, poi, al «rispetto dei termini per la redazione e <strong>il</strong> deposito dei provvedimenti»,<br />

considerato sotto <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o del parametro della d<strong>il</strong>igenza, si rinvia a quanto<br />

già r<strong>il</strong>evato, con riferimento all’aspetto disciplinare, a proposito dell’incidenza<br />

della gravosità dei ruoli sul ritardo nel deposito dei provvedimenti. Per quanto<br />

concerne la posizione delle Procure del Tribunale, occorre che venga stab<strong>il</strong>ito:<br />

- quanti fascicoli debbano essere assegnati all’arrivo in ufficio del sostituto perché<br />

quest’ultimo possa avere la possib<strong>il</strong>ità di guardarli e definirli tutti nei termini prescritti<br />

dalla legge;<br />

- quante nuove notizie di reato debbano essere assegnate al sostituto ogni mese individuando<br />

correttivi nell’ipotesi di notizie di reato particolarmente complesse o<br />

con numero r<strong>il</strong>evante di indagati o fascicoli seriali;<br />

- quanti fascicoli devono essere definiti ogni mese (con i correttivi di cui sopra);<br />

- a quante udienze (collegiali, monocratiche, gup, gip) deve essere delegato <strong>il</strong> sostituto<br />

ogni mese;<br />

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