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Un progetto per la giustizia
11) una chiarificazione della portata dell’art. 140 ult. co. cod. ass., limitando
espressamente la necessità di integrare il litisconsorzio (da ritenersi solo
in questa ipotesi come necessario) al solo caso in cui dagli atti emerga un
effettivo pericolo di superamento del massimale;
12) per il caso in cui non si intenda abrogarla, una rimodulazione della l.
102/06, chiarendo l’anodina nozione di incidenti stradali: quale solo infortunistica
stradale ed operando sull’art. 40 cpc, in guisa da assoggettare al
rito speciale anche le cause in cui siano cumulati danni a cose e a persone
(del pari occorre menzionare nell’art. 40 co. 3 cpc anche l’art. 447 bis cpc,
relativo alla materia locatizia).
È necessario procedere ad una completa abrogazione, ovvero quanto
meno ad una sua generale facoltatività ex art. 70 ter disp. att. cpc, del c.d.
rito societario.
Del pari, va abrogata la novella in tema di notifiche inopinatamente introdotta
nel decreto milleproroghe, che ha reso incerta la decorrenza del
termine breve per la formazione del giudicato.
Circa il giudizio di gravame va riaffermato che il giudizio di appello è
teleologicamente destinato al mero gravame della sentenza di primo grado
e non anche a correggere gli errori in cui sono incorse le parti, rimanendo
così bandita l’assunzione di nuove prove prima non richieste e la produzione
di nuovi documenti non venuti ad essere medio tempore.
Ma in un’ottica di garanzia per le parti, sentita particolarmente in un
processo caratterizzato da rigide preclusioni rilevabili ex officio, è opportuno
collocare la disciplina della rimessione in termini di cui oggi all’art. 184
bis cpc nell’ambito dell’art. 153 cpc, onde assicurarne un’applicabilità anche
alle decadenze extraprocessuali e alla fase di appello.
Anche al fine di sgravare il ruolo delle Corti di Appello, è opportuno
estendere quanto meno con riferimento a taluni tipi di controversie il modello
decisorio ex art. 281 sexies cpc, attribuendo altresì la facoltà a ciascun
presidente di ogni Corte di creare una struttura centralizzata di filtro per i
gravami palesemente inammissibili ed improcedibili, che concluda con ordinanza
impugnabile in Cassazione.
Circa il giudizio di legittimità, non si può non partire da un dato: nel
2007 il numero di ricorsi presentati in Cassazione è stato di 32.278 in Italia,
18.232 in Francia, 3.404 in Germania.
L’Italia è l’unico Paese in Europa a non avere un filtro all’accesso per il
giudizio in Cassazione, per cui occorre una equilibrata riformulazione in
questo senso del dato costituzionale.
Diversamente, si rinuncerà definitivamente, nonostante gli sforzi di
questi anni, in specie sotto la presidenza del dott. Carbone, ad ogni fun-
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